Dieci mesi dopo il loro inizio, proseguono spediti i lavori per l’ampliamento del cimitero di Itri. Il progetto prevede, attraverso il sistema del financial project, al termine dell’intervento edilizio alle spalle della vecchia struttura, l’esternalizzazione della gestione dei servizi, che verrà affidata alla stessa ditta impegnata nel raddoppio dell’area destinata a ospitare i resti dei cari estinti degli itrani.
Ma se preoccupazioni di sorta non sono mai esistite sui tempi del completamento dell’intervento materiale, grandi preoccupazioni ci sono state, invece, sul rischio che la nuova gestione potesse risultare oltremodo caotica se non impossibile da controllare. Tutto questo perchè mancava una mappatura aggiornata e completa di coloro che erano stati tumulati o inumati, soprattutto per la situazione che si riferiva ai tempi risalenti a prima dell’ultimo trentennio. Si rischiava, così, di non avere la tracciabilità della concessione relativa ai loculi o alle altre forme di conservazione delle bare. E, poichè la ditta che sta effettuando i lavori e che gestirà i futuri servizi cimiteriali avrebbe incontrato difficoltà insormontabili nel poter regolamentare i tempi di inumazione o di tumulazione, c’era il pericolo molto probabile che tale futuro servizio non potesse essere espletato.
Per porre rimedio al rischio di ingovernabilità della struttura cimiteriale si è prontamente attivata l’amministrazione comunale che, sotto l’impulso dell’assessore ai lavori pubblici, Italo La Rocca, sta provvedendo alla mappatura totale e dettagliata dell’esistente. Il quadro preciso della situazione dovrebbe essere pronto già entro i prossimi quaranta giorni, per facilitare il lavoro di censimento e di programmazione di tempi di estumulazione alla ditta che gestirà il servizio specifico.
Qualche lamentela, invece, è pervenuta da alcuni parenti di defunti estumulati, in quanto, a loro dire, recandosi al cimitero, non hanno più trovato la tomba del loro congiunto. Era successo, infatti, che scaduti i termini per la sepoltura sotto terra, gli operatori avevano provveduto a rimuovere i resti che, composti in un cassettino, erano stati riposti nell’ossario come da disposizione che prevede un periodo massimo di venticinque anni per la permanenza materiale di una tomba. E’ vero che gli addetti a questo tipo di lavori stanno estumulando i resti di defunti anche diversi anni dopo la scadenza del venticinquesimo anniversario della loro dipartita terrena, ma le lamentele della gente sono nate dal fatto che avrebbero voluto essere avvisati del momento della rimozione delle ossa del caro estinto.
Per tutto quanto riguarda il funzionamento futuro, c’è, poi, da definire il rapporto con la congrega della parrocchia di Santa Maria Maggiore che ha finora gestito la permanenza (una volta novantanovennale) delle salme tumulate nella cappella centrale del luogo sacro. Resterà questa competenza ancora della struttura parrocchiale, conservando gli stessi tempi di scadenza, o finirà il suo diritto? E, nel caso affermativo, dovrà farsi carico, la congrega, dei lavori materiali di manutensione della cappella ospitante le bare, in quanto compito a lei spettante, o la ditta subentrante al Comune si dovrà accollare l’onere della manutensione come finora avvenuto. Anche questi dettagli fanno parte del pacchetto degli accordi da definire bene fino in fondo, prima che parta la gestione esternalizzata del servizio.
[adrotate group=”3″]
[adrotate group=”2″]