Richiesta d’intervento al Prefetto di Latina Antonio D’Acunto da parte del segretario generale Cgil – SLC (Sindacato Lavoratori Comunicazione) Bruno Carlo a favore delle lavoratrici e dei lavoratori “esodati” di Poste Italiane S.p.A.
“La politica attuata in questi anni da Poste Italiane con l’obiettivo di ridurre il costo del lavoro e, di conseguenza, gli organici, in particolare nel settore della sportelleria e del recapito, si è concretizzata con proposte individuali di incentivi all’esodo che hanno prodotto migliaia di accordi, sottoscritti da altrettante lavoratrici e lavoratori, che prevedevano, tra l’altro, a carico di questi ultimi, il versamento volontario dei contributi per il periodo utile al raggiungimento della pensione.
Le ultime modifiche legislative, intervenute a seguito dell’ultima manovra finanziaria denominata “Salva Italia”, hanno profondamente modificato le prospettive di coloro che all’epoca della sottoscrizione dei sopracitati accordi prevedevano di andare in pensione in una data che oggi è stata stravolta.
La situazione venutasi a creare è che circa 5000 ex Lavoratori di Poste Italiane, di cui almeno 25 posizioni in provincia di Latina, sono rimasti senza la possibilità di percepire la loro pensione alla data preventivata prima dell’emanazione del decreto legge 6 dicembre 2011 nr. 211.
Si sono di fatto allungati di oltre tre, quattro, cinque anni i termini per il raggiungimento dei requisiti pensionistici e pertanto la somma pattuita tra le parti per soddisfare le annualità che dovevano precedere la pensione risulta altamente inferiore e incongrua rispetto alle esigenze e alle aspettative di vita.
Inoltre i Lavoratori delle Poste (come tanti che lavorano in altri settori) non godono di alcun ammortizzatore sociale. In passato grazie ad accordi sindacali, la categoria era stata dotata di un proprio ammortizzatore sociale denominato “fondo di solidarietà”, autofinanziato dai Lavoratori e dalla stessa azienda (sulla falsa riga di quello del settore bancario), purtroppo però, nell’ultima riorganizzazione, l’Azienda Poste pur in presenza di un accordo sindacale che prevedeva l’uso dello strumento sopracitato, non ha inteso utilizzare le somme accantonate come strumento di ammortizzazione attraverso il fondo di solidarietà a garanzia dei lavoratori.
L’impatto sociale di questa gravissima situazione sta creando seri problemi agli ex lavoratori delle Poste e alle loro famiglie che vedono messi in discussione le proprie esigenze primarie, considerato inoltre che in una società dove il mercato del lavoro non offre alcuna prospettiva a lavoratori che hanno mediamente un’età al disopra dei 58 anni, riesce difficile pensare che possano trovare una nuova occupazione in attesa della pensione.
Alla luce di quanto esposto, la Segreteria di Latina SLC CGIL chiede un Vostro autorevole intervento presso l’autorità di Governo affinché si trovino le giuste soluzione al problema di queste lavoratrici e di questi lavoratori”.
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