FORMIA: “CUNTRORA” IL 27-28 E 29 DICEMBRE AL TEATRO REMIGIO PAONE

Dopo il grande successo ottenuto con gli spettacoli teatrali “Che fare” e “Due paroline a mio padre”, durante la parentesi natalizia l’associazione teatrale “TeatrArte” è lieta di presentare un nuovo lavoro tratto da un testo originale. Con il patrocinio del Comune di Formia e dell’Ipab SS. Annunziata – Gaeta, l’associazione teatrale “TeatrArte” partecipa alla realizzazione del Formia Teatro Festival 2011 – 2012, con la messa in scena il 27 – 28 e 29 dicembre alle ore 21 di “Cuntrora”, commedia brillante scritta da Enzo Scipione e Giulio Attilio Rossi che vede ancora una volta la regia di Enzo Scipione, musiche originali del maestro Marco Massaro.

Don Federico – Vittorio Rampa -, Nicola – Enzo Scipione, Peppino – Davide Guzzardi -, Filomena – Annalisa Tucciarone, Caporale – Giulio Attilio Rossi, Popolana – Alessandra Tucciarone, Popolana – Elenah Oriente, Popolana – Veruschka Cossuto


Nel contesto dell’Italia meridionale degli anni Sessanta, e in particolare nella zona dell’entroterra avellinese, viene messa in scena la realtà di personaggi umili, i loro drammi, la loro disperazione, le loro passioni, le gabbie in cui la società li costringe. Libertà, dignità personale, desideri più legittimi, tutto viene per loro sacrificato per una sola primordiale esigenza: mangiare. Forti denunce sociali mettono a nudo situazioni in cui il vivere è divenuto un semplice sopravvivere a stento, in circostanze ispirate a realtà di ieri, ma se vogliamo anche di oggi. Le pennellate forti che compongono il quadro dello spettacolo sono la fuga dalle campagne verso il nord, la sottomissione della donna, la prepotenza del signorotto verso chi è più debole e più ingenuo, condizioni che cambiano solo sfumature, ma che ritroviamo identiche in molte realtà apparentemente diverse. Nei volti di Nicola, di Peppino, di Filomena e delle altre figure popolari che compariranno sulla scena, si può guardare la disperazione che si ritrova in maniera universale in qualsiasi contesto di oppressione e sfruttamento, senza limiti di luogo e di spazio, in una storia che si ripete sempre identica a sé stessa nel percorso dell’umanità. Non mancano pennellate più fresche, che ritroviamo nella vivacità delle donne del paese, che cantano, ridono, giocano tra loro, mostrando la genuinità della vita del paese. Curiose, insinuanti, rabbiose, maldicenti, ironiche, mostrano tutta la forza con cui ogni donna affronta la sua lotta quotidiana con la realtà.

(prevendita – Contributo Associazione: 5 euro – Enzo 3200782841)

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