“Perchè non sono iniziati i lavori per la costruzione di 15 alloggi popolari, da parte dell’Ater Latina, dopo che il comune le aveva venduto parte dell’area “ex Camiceria” (dal nome della fabbrica che c’era tra il 1960 e il 1990 e che dava lavoro a 200 e passa dipendenti donne del settore manifatturiero)? Perchè l’Ater non ha corrisposto al comune di Itri la somma di 80 milioni di euro pattuita per la vendita di quell’area? E, soprattutto, perchè non si è mai partiti con i lavori, alla luce del fatto che, con l’inizio del 2012, scadrà il termine per l’attivazione del progetto? E’ questo il succo di una interrogazione urgente rivolta al sindaco di Itri dal capogruppo UDC, Mario Petrillo, già assessore comunale ai Lavori Pubblici, il quale è intervenuto per evitare che l’attesa di appartamenti popolari da parte delle categorie meno abbienti svanisca per la negligenza di una struttura pubblica. L’iniziativa di Petrillo è stata subito condivisa da altri gruppi politici, preoccupati del fallimento dell’attesa opera pubblica.
La zona, ubicata in via Enrico Toti, confina con il lotto degli appartamenti IACP di zona Lago e con nuovissimi fabbricati realizzati da imprenditori campani su parte dell’area “ex Camiceria”. Quello che resta della meravigliosa struttura degli anni Sessanta, la prima in provincia per numero di dipendenti femmine e per qualità dei servizi prestati (camicie all’Esercito e alle Poste), a quel tempo diretta da Vincenzo Rotunno di Fondi, nominato pure presidente della Nuova Itri per i suoi apprezzati meriti imprenditoriali, è oggi un antistetico sito di discarica di ogni sorta di porcheria, il tutto vicino a unità abitative nei cui cortili scendono a giocare bambini e a passare il tempo libero anziani. Petrillo teme pure che l’imminente scadenza dei termini mandi tutto a monte e lamenta il fatto che l’accordo, a suo tempo, comune di Itri-Ater Latina, ha impedito al comune di optare per altra destinazione da dare a quell’area tanto ambita perchè, se un tempo essa si trovava in periferia di Itri, oggi, a due passi dallo stadio comunale di via Alcide De Gasperi, risulta essere zona appetita dagli interessi dei costruttori. Intervenendo tempestivamente e destinando l’area alla giusta funzione sociale per cui era stata destinata, si eviterebbe il riaccendersi degli appetiti dei palazzinari, pronti a subentrare all’Ater nel caso il progetto degli alloggi popolare dovesse fallire per decorrenza dei termini.
[adrotate group=”3″]
[adrotate group=”2″]