REGIONE, SOCIALE. FORTE: “ASSISTENZA DOMICILIARE EMATOLOGICA IN TUTTO IL LAZIO”

*L'assessore regionale Aldo Forte*

“Creare una Rete regionale di cure domiciliari specialistiche per i tumori del sangue, erogate da specifiche équipe multi-professionali, in continuità assistenziale con le Unità Operative Complesse di ematologia della Regione Lazio”. Questo l’obiettivo principale del progetto di assistenza domiciliare per i malati onco-ematologici, presentato oggi dall’assessore alle Politiche sociali e Famiglia della Regione Lazio, Aldo Forte, dal presidente dell’Ail, Franco Mandelli, e dal direttore del Policlinico Umberto I, Antonio Capparelli.

“La rete – ha spiegato Aldo Forte – si realizzerà grazie al Policlinico Umberto I, all’Università La Sapienza di Roma e all’AIL, che hanno già maturato un’importante esperienza nel settore su Roma e che svolgeranno il ruolo di Centro Coordinatore del progetto. Un progetto che è perfettamente in linea con quanto sta facendo la Giunta Polverini nell’ambito dei servizi offerti alla persona. Mi riferisco all’integrazione tra gli interventi di tipo sanitario con quelli sociali e al potenziamento dell’assistenza diffusa, con particolare attenzione alle cure domiciliari”.


Gli obiettivi specifici del progetto, finanziato con 1,5 milioni di euro dalla Regione Lazio attraverso l’Assessorato politiche sociali e Famiglia, sono cinque. Prima di tutto, estendere le cure domiciliari ematologiche in tutte le province del Lazio. “In questo modo – ha sottolineato Aldo Forte – il progetto supera definitivamente la fase sperimentale e si fa strutturale”. Altro obiettivo, migliorare la qualità della vita dei pazienti assistendoli con un approccio multidisciplinare (medico, psicologico e sociale) nel loro ambiente familiare e favorendo, quando possibile, il loro reinserimento nella vita sociale. Poi, ridurre il ricorso ai ricoveri impropri promuovendo le dimissioni, anche precoci, dai reparti di degenza. Ancora, applicare modalità di gestione omogenee tra i vari centri. “Questo sarà possibile, – ha spiegato Aldo Forte – con l’estensione del progetto a tutte le province e anche grazie all’uso di un comune software di cartella clinica informatizzata funzionante via web, già utilizzata e validata dalle équipe del Policlinico Umberto I e dell’Ospedale S. Eugenio. Una cartella clinica denominata Cliniconline”. Infine, tra gli obiettivi anche le attività di formazione in cure palliative e in organizzazione delle cure domiciliari degli operatori dei vari centri coinvolti, attraverso attività didattiche e di aggiornamento svolte in collaborazione con La Sapienza di Roma.

“Il tutto – ha concluso Aldo Forte – verso una maggiore appropriatezza e umanizzazione delle cure, possibile grazie a una sinergia tra istituzioni e mondo dell’associazionismo, che costituisce un punto di forza indispensabile nei servizi alla persona da valorizzare quanto più possibile”.

Sul punto è intervenuto il presidente Ail, Franco Mandelli, che ha dichiarato che “L’Italia è questa, quella di questi progetti. Non è vero che gli italiani sono da buttare, il grosso vuole realizzare progetti importanti come, ad esempio, l’assistenza domiciliare. Ecco perché ci sono centinaia di volontari che quotidianamente ci aiutano e ci sostengono, sia nell’assistenza sia nella raccolta fondi. Volontari che ci hanno permesso di creare un modello che non è solo regionale, ma nazionale”.

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