CONSIGLIO REGIONALE DEL LAZIO, ILLUSTRATO IN AULA IL PIANO RIFIUTI

Iniziato al Consiglio regionale il percorso in aula del piano di gestione dei rifiuti del Lazio. La proposta di deliberazione consiliare è stata illustrata dall’assessore alle attività produttive e politiche dei rifiuti, Pietro Di Paolo. La seduta è stata sospesa e rinviata alle ore 11 di domani mattina per la discussione generale e l’esame degli emendamenti, per ora raccolti in un fascicolo di oltre 200 pagine. E’ stato inoltre dato termine, dal presidente del Consiglio Mario Abbruzzese, fino alle ore 18 di oggi per la presentazione dei sub emendamenti. Presente in aula la presidente della Regione Renata Polverini.

Di Paolo, nella sua relazione, ha ripercorso la cronistoria che ha portato all’approdo alla Pisana della proposta di deliberazione consiliare. “L’esigenza di approvare il piano in quest’aula – ha detto – comincia ad avere una tempistica abbastanza stretta. Nei primi giorni di dicembre abbiamo ricevuto tramite il Ministero degli Affari Esteri un’ulteriore lettera per sveltire le procedure di approvazione”. Ciò allo scopo di evitare un’accelerazione della procedura di infrazione in sede Comunitaria per la mancanza del piano rifiuti, che risale all’anno 2002.


Due gli obiettivi generali del piano: chiusura del ciclo, per sventare qualsiasi situazione di emergenza, e il completo trattamento del “tal quale” prima del conferimento in discarica (già oggetto di una procedura di infrazione Europea la scorsa estate). Per realizzare ciò il documento di pianificazione prevede una serie di azioni, tra cui la principale riguarda la raccolta differenziata. Sotto il profilo quantitativo, a supporto del previsto aumento delle percentuali fino al 65% entro il 31 dicembre 2012, è stato confermato lo stanziamento di 135 milioni di euro per il triennio 2011-2013 (senza tagli, conseguenti alle tre manovre nazionali). Inoltre, tra le novità introdotte, sono state sottoscritte dalle cinque Province le linee guida per la raccolta differenziata che permetteranno di uniformare le procedure in essere nei diversi comuni del Lazio. Sotto il profilo della qualità si punta invece a potenziare la filiera del riciclo e privilegiare la raccolta domiciliare (porta a porta).

Altra azione, definita come “qualificante” da Di Paolo, è il programma straordinario per riduzione e prevenzione – adottato in Italia da Lazio e Lombardia – che si rivolge a pubblica amministrazione, imprese e famiglie. Annunciata l’implementazione dell’impiantisca, con 13 nuovi impianti intermedi (di cui 8 di compostaggio e 5 di trattamento meccanico biologico). Di Paolo ha inoltre tenuto a precisare che lo “scenario di controllo”, che si attiverebbe nel caso non venissero raggiunti gli obiettivi del piano: “Non è una scorciatoia per aggirare le norme nazionali oppure quelle europee per poter prendere strade che non si ha avuto coraggio di descrivere in maniera trasparente all’interno dello scenario di piano. È semplicemente uno scenario che rafforza lo scenario di piano, ma che in qualche maniera garantisce alla programmazione del piano stesso (che, ricordo, arriva fino al 2018) e contestualizza la situazione ereditata da questa Regione per far sì che non si possano trovare situazioni di emergenza e soprattutto che la Regione non arrivi impreparata rispetto a scenari non previsti”.

Il mancato inserimento, invece, del ‘post Malagrotta’ all’interno delle previsioni della proposta all’esame dell’Aula è stato spiegato dall’assessore alle politiche dei rifiuti con il fatto che “la legge chiede di inserire nel piano i criteri preferenziali ed escludenti per l’individuazione dei siti”.

Prima della relazione di Di Paolo, i consiglieri Angelo Bonelli (Verdi), Ivano Peduzzi (FdS), Giuseppe Celli (Lista civica) e Vincenzo Maruccio (Idv) hanno sottoscritto una richiesta di sospensiva del dibattito in quanto – a loro dire – sul piano non era stato sentito il comitato tecnico scientifico per l’ambiente. Di Paolo ha replicato sostenendo che il comitato aveva dato parere positivo in merito alla coerenza della bozza di piano una settimana prima della sua adozione in Giunta, successivamente l’organismo è decaduto senza essere successivamente ricostituito. La proposta di sospensiva è stata respinta a maggioranza dall’Aula.

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