Si sono chiusi alle 23 di ieri i lavori del Consiglio comunale, dopo il voto favorevole a larga maggioranza del quarto ed ultimo punto all’ordine del giorno, quello relativo alla variante di recupero dei nuclei abitativi spontanei, recentemente tornata al Comune di Aprilia dopo il parere favorevole della Regione Lazio al termine dell’istruttoria del comitato tecnico regionale.
In aula consiliare si è a lungo dibattito, in particolar modo sulla percentuale di nuclei abitativi esclusi dalla variante di recupero, perché stralciati dal comitato tecnico regionale. Il sindaco di Aprilia Domenico D’Alessio ha tuttavia inteso rispondere alle polemiche avanzate dall’opposizione.
“Credo che dare ai cittadini informazioni distorte – ha detto il sindaco – sia un metodo sbagliato, e chi crede di agire così se ne assumerà le responsabilità politiche. Non si può, da un lato, prendersi i meriti della variante di recupero e poi addossare al sindaco le colpe dei tagli. Anche perché l’analisi della variante non era competenza dell’amministrazione comunale, che l’ha trasmessa in Regione, ma degli uffici tecnici regionali. Soprattutto, non si può causare un clima di tensione sociale raccontando agli esclusi falsità sulle opere di riqualificazione igienico-sanitaria. È ovvio che l’urbanizzazione e il risanamento delle periferie prosegue indipendentemente dall’essere o meno un nucleo inserito nella variante. La Regione ha semplicemente posto il tetto demografico dei 104 mila residenti e oggi il Consiglio comunale altro non fa che prenderne atto. Lo stesso, con un metodo di lavoro che garantisco sarà il più democratico possibile, avverrà nel caso arrivino osservazioni. Le voteremo in Consiglio, ma questa maggioranza è coesa nel ritenere che oggi è più utile per Aprilia prendere atto del risultato e non ripartire con un iter che può durare altri anni. Ce lo chiedono i cittadini e la loro urgenza di risanamento; forse il gioco delle osservazioni nasconde la volontà di rallentare o bloccare ancora la variante di recupero in favore delle lottizzazioni e delle varianti singole”.
Alla fine la proposta di deliberazione è stata approvata con il voto favorevole della maggioranza e del Pdl, l’astensione dell’Udc e il voto contrario del Pd.
“L’esito del voto – ha concluso il sindaco Domenico D’Alessio – ci dà da pensare. Giudico molto pilatesca l’astensione dei due consiglieri dell’Udc, i quali prima hanno lasciato intendere che l’approvazione della variante è arrivata solo grazie alla loro intercessione in Regione Lazio, poi si astengono dal votare questo strumento urbanistico del quale rivendicano la paternità. Ancora di più difficile interpretazione è il voto negativo dei due consiglieri del Partito Democratico, e dal modo con cui abbiano motivato la loro scelta. Il gruppo consiliare ha presentato un documento politico che fa riferimento ad argomenti come il trattamento iniquo nei confronti dei cittadini e la nascita di una “città fantasma” costituita dai nuclei esclusi dalla variante. In virtù di questi concetti astratti hanno chiesto di riaprire l’iter e reintrodurre tutto il tessuto edificato, pur sapendo (da tecnici) che emendare quanto liquidato dalla Regione Lazio vorrebbe dire rimettere in discussione il risultato raggiunto. Abbiamo perciò la sensazione che questo incomprensibile voto negativo sia solo frutto di meri calcoli politici che nulla hanno a che vedere con l’interesse collettivo”.
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