SPERLONGA: “GIUSTIZIA VO’ CERCANDO” PER DANIELA BIANCHI, ENNESIMA VITTIMA DELLA STRADA

“Sperlonga non dimentica Daniela Bianchi, ma non dimentica nemmeno l’assurdità della dinamica che ne ha provocato il decesso. Ditelo alla gente cui potete far giungere la nostra voce e soprattutto l’eco dei nostri sentimenti. E torneremo a “fare rumore” se la macchina inquirente non dovesse rivelarsi adeguatamente esaustiva in merito alle responsabilità del tragico evento”. Così molti dei presenti al rito esequiale della 46enne originaria di Monte San Biagio, falciata mortalmente la notte tra mercoledi e giovedi, da un’Audi coupè, guidata dal 44enne ten. col. della Guardia di Finanza, Roberto De Vito, istruttore presso la Scuola Nautica di Gaeta, all’altezza del semaforo per Lago Lungo, sulla regionale “Flacca”.

C’era più gente di quella che normalmente viene a salutare un estinto, al momento del commiato religioso, sabato mattina, presso la chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta in Cielo, con don Gaetano Manzo, guida pastorale della comunità locale, impegnato nel non facile compito di lenire il dolore umano di parenti e amici con il riferimento alle parole evangeliche che parlano della vita che ci viene data da Dio e da Dio tolta, per trasformarci in abitanti di un regno che non conosce l’effimera durata dell’esistenza terrena. Quella presenza numericamente superiore alla normale partecipazione ai funerali, dove intervengono parenti e qualche amico, ha voluto tangibilmente attestare il sentimento della gente comune di Sperlonga che attende giustizia per l’ennesima vittima della strada, presente sul manto d’asfalto in un’ora sicuramente insolita per chi fa della notte la location dei piaceri sfrenati che la biblica memoria colloca negli eccessi smodati targati “Sodoma & Gomorra”, ma drammaticamente incombente di responsabilità per chi si appresta a
curvare la schiena, nel defatigante lavoro dei campi, per procurarsi quel pane che la condanna susseguente al peccato di superbia consumato da Eva e dal suo compagno Adamo, nell’Eden biblico, ha destinato ad essere guadagnato (anche se con le “solite” eccezioni (vedi Portocervo, Montecarlo, etc.) di chi è raccomandato pure dalla Sorte, n.d.r.) con il
sudore della fronte.


E le attese della gente sono tutte rivolte ai risultati ufficiali dell’esame del tasso dell’alcool nel sangue del guidatore dell’auto coinvolta nel sinistro, nel capo di imputazione che verrà formulato, nelle decisioni, insomma, che la Magistratura, nel caso specifico, il sostituto procuratore della Repubblica, Eleonora Tortora, adotterà.

Intanto radio “tam-tam” continua a ricamare su tutto il contorno della vicenda, un pò come “ea fama vagatur” a proposito del cavallo di Troia lasciato sulla spiaggia della città dell’Asia minore e temuto da Laocoonte -anche lui in qualche modo attinente con l’archeologia dell’antica e leggendaria città di Amyclae- il quale asseriva, a buona ragione, “…timeo Danaos et dona ferentes…”. Ma nei modelli della letteratura greca, commedia o tragedia che si voglia, la Giustizia finale, compie, prima o dopo, il suo inderogabile ruolo, senza concedere sconti a nessuno.

Sabato, a Sperlonga, anche l’analfabeta anziana donna che aveva preso parte al rito esequiale, sembrava conoscere alla perfezione il palinsesto delle opere di Eschilo, Sofocle o Euripide. Per lo meno in materia di trionfo finale di Dike, la dea della Giustizia per gli abitanti della terra dell’Attica!

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