Come ogni buona madre, anche lei, una donna di Gaeta, ci teneva particolarmente perché il giorno del matrimonio della figlia fosse unico e indimenticabile. Così come voleva regalare alla futura coppia un degno corredo per una vita comune di intenti … e, perché no, anche di passione. Aveva quindi pensato di rivolgersi a una 52enne, C.T., affermata professionista di Torrice in provincia di Frosinone, commerciante di biancheria e corredi molto conosciuta anche in provincia di Latina. Quello che però la gaetana non pensava, era di finire in un giro di usura per milioni di euro e per cui, presso il Tribunale di Frosinone, il 29 settembre prossimo il presidente del Collegio giudicante Nocella emetterà sentenza. L’indagine delle Fiamme Gialle a carico della ciociara parte nel 2004 con l’ipotesi di evasione fiscale, del 2005 la denuncia della madre di Gaeta che dall’imprenditrice aveva acquistato biancheria, e non solo, per 19mila euro. Come accade in questi casi aveva scelto di pagare il proprio debito rateizzandolo. Solo che le cambiali non terminavano mai e, anzi, aumentavano a ogni versamento. Quando, infine, aveva deciso di rinegoziare, il conto che la ciociara le aveva messo davanti era pari a 36mila euro. Secondo la contabilizzazione dei finanzieri di Frosinone investiti del caso, la torriciana aveva applicato un tasso di interesse del 27,52% ovvero usura. Sei le persone costituitesi parte civile, quindici i casi per cui si è mossa la Procura. L’avvocato Umberto Donaggio, legale rappresentante della gaetana, ha già fatto sapere che chiederà 50mila euro a titolo di risarcimento oltre a una provvisionale di diecimila euro e al pagamento di tutte le spese processuali.
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