
Ritorneranno in aula il prossimo cinque ottobre i dieci imputati, tra cui Maria Rosaria Schiavone nipote di Francesco Sandokan Schiavone, del processo che fa seguito all’operazione della Squadra Mobile di Latina e denominato Sfinge dall’atteggiamento freddo e impassibile sempre tenuto proprio dalla Schavone. Nella prima udienza presso il Tribunale di Latina il pubblico ministero in aula ha chiesto il trasferimento della sede processuale a Roma, ritenuta, per ragioni di sicurezza, sede più idonea allo svolgimento del processo. Associazione a delinquere ed estorsione l’accusa verso i dieci imputati che, secondo l’accusa, avrebbero costituito una cellula del clan dei casalesi in provincia di Latina, alle porte di Roma.
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