SEQUESTRO SAVINA CAYLYN, L’IDV LANCIA L’INIZIATIVA “SCRIVI ALLA FARNESINA”. LA LETTERA DI ADRIANO BON, PADRE DI UNO DEI SEQUESTRATI

AGGIORNAMENTO – ‘Scrivi alla Farnesina’ (unita.crisi@esteri.it): “liberiamo i marittimi della Savina Caylyn”. E’ l’iniziativa lanciata dall’Italia dei Valori per sollecitare una soluzione al sequestro della nave petroliera da oltre quattro mesi bloccata dai pirati nelle acque della Somalia e su cui pende una richiesta di riscatto di sedici milioni di dollari. Spiegano dall’Idv: “E’ un modo per sollecitare Frattini a fare tutto il necessario per restituire alle loro famiglie Giuseppe Lubrano Lavadera e Crescenzo Guardascone di Procida, Antonio Verrecchia di Gaeta, Eugenio Bon di Trieste, Gianmaria Cesaro di Piano di Sorrento e i 17 marittimi indiani”. Nel frattempo, il presidente dell’Italia dei valori, Antonio Di Pietro si è detto molto preoccupato per le modalità con cui il governo italiano sta gestendo la trattativa e, esprimendo la sua totale vicinanza alle famiglie degli uomini tenuti prigionieri, ha annunciato che a breve presenterà un’interrogazione parlamentare al ministro degli Esteri, Franco Frattini per avere spiegazioni sull’intera vicenda.

Da parte sua, invece, il “responsabile” Domenico Scilipoti propone di creare con urgenza una rappresentanza parlamentare in Somalia per la liberazione dei cinque marittimi italiani, candidandosi a partecipare a sue spese. “I nostri connazionali – afferma Scilipoti – non possono essere abbandonati. Suggerisco al governo la costituzione di una delegazione, della quale sarei felice di fare parte a spese mie, per recarsi in Somalia dove fermarsi fino alla completa soluzione del problema”. “È da molto tempo – aggiunge il deputato in una nota – che insisto per la reintroduzione del ministero della Marina mercantile, organo preposto in assoluto a tutte le esigenze della gente di mare”.


LA LETTERA DI ADRIANO BON, PADRE DI EUGENIO BON SEQUESTRATO SULLA SAVINA CAYLYN

“L’Armatore Luigi D’Amato abbandona al loro destino i marittimi prigionieri sulla Savina Caylyn?

E la Farnesina si limita a monitorare?

Il 18 maggio i familiari dei marittimi sequestrati dai pirati somali l’ 8 febbraio 2011, hanno ricevuto una telefonata agghiacciante che dalla viva voce dei loro cari diceva ”i pirati non hanno più intenzione di aspettare, la passiva attesa e sorveglianza armata si è trasformata in minacciose ritorsioni su di noi, che attueranno se le loro richieste per il rilascio della nave, carico e persone non verranno accolte in tempi brevi da parte dell’armatore, aiutateci”.

La Compagnia di Navigazione e gli operatori della Farnesina nonostante ciò, hanno continuano a rassicurarci sulle loro condizioni fisiche, a non allarmarci e a dirci che dobbiamo aver pazienza e fiducia nel loro lavoro.

Sabato 21 maggio è arrivata la seconda telefonata drammatica, con voce disperata il Comandante e il Direttore di macchina, hanno dato la notizia che i tre ufficiali italiani sono stati fatti salire su un’imbarcazione e portati a terra.

Dalla Compagnia e dalla Farnesina ancora stesse raccomandazioni, non è così, non c’è da preoccuparsi le trattative continuano.

Il 22 maggio è arrivato il fax disperato del Comandante e del Direttore di macchina che nuovamente invocavano aiuto.

Oggi 24 maggio alcuni giornalisti si sono messi in contatto direttamente con i pirati, i quali hanno dato il consenso al Comandante di poter sottolineare a viva voce le loro sofferenze fisiche e il timore che la loro situazione drammatica con l’ultima minaccia potrebbe da domani trasformarsi in tragedia.

E’ curioso che di fronte al problema della pirateria di portata internazionale e con una petroliera e 5 marittimi italiani allo stremo delle loro forze di sopravvivenza, sequestrati da una nazione straniera nessuna delle importanti testate giornalistiche nazionali se ne sia occupato”.

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