Duecentocinquanta persone c’erano tutte, anche di più. E ancora una volta il Liceo Scientifico Leon Battista Alberti ha fatto da cornice ad un avvenimento che – per chi è quotidianamente bombardato da notizie, fatti e immagini – poteva sembrare uno dei tanti. Non è stato però uno “dei tanti”, almeno non nel senso dello scontato, dell’ovvio e del ripetitivo.
Iter Onlus ha organizzato per la quinta volta il Concorso “Psyche, Yes I know my way” che, da molte parti d’Italia, ha richiamato a Minturno decine e decine di partecipanti che – sul tema “Luci e Ombre” – hanno presentato i risultati dei loro progetti creativi. La giuria ha dovuto lavorare parecchio per valutare circa 150 opere, suddivise nelle quattro sezioni in cui si articola il Premio: poesia e racconto, foto e video, disegno e pittura, oggettistica. E non di rado le “votazioni” sono arrivate a toccare il fatidico “dieci””.

“Per chi segue un percorso di psicoterapia e – con l’aiuto degli operatori sanitari o dei familiari – partecipa al concorso, che è diventato ormai una tradizione – ha detto Virginia Bartoli, presidente di Iter Onlus -, il culmine dell’emozione viene raggiunto al momento di ricevere il premio. Quindi è in una giornata come questa che si concentrano tutte le aspettative e in tutti gli ambienti del Liceo l’aria era frizzante, quasi elettrica. Già nell’atrio d’ingresso alcune opere dei concorrenti accoglievano i visitatori e, al primo piano, negli ampi spazi antistanti l’Aula Magna proseguiva la mostra con quadri, foto ed opere a volte graziose come un traforo, a volte drammatiche come un pianeta diviso tra una colomba e un mitra. In breve tempo – continua la Bartoli – senza concedere troppo ai saluti di prammatica, l’incontro si è trasformato in una brillante successione di letture, musiche, interventi singoli o di gruppo, e affollate premiazioni, che hanno fatto volare il pomeriggio. Sempre si avvertiva l’attenta partecipazione di tutti e talora il respiro trattenuto, nei momenti di più forte emozione”.
“Per questi nostri amici – ha detto la presidente di Iter Onlus – l’arte ha rappresentato una chiave di accesso a nuovi orizzonti di senso al di là della privazione e della solitudine. In una carrellata di efficaci interpretazioni di scritti pervenuti al premio, si sono alternati vari ospiti della Comunità Maricae 1 di Minturno. A livello pittorico, è risultato mirabile il contributo del laboratorio artistico della Comunità Il Porto di Torino, sia per lo stile che per i contenuti. Le percussioni del gruppo Nardacchione di Campobasso hanno trascinato in un respiro “sollevato” tutti i presenti e due mini vallette si rincorrevano per consegnare pacchi e medaglie ai circa settanta “selezionati”. La voce suadente di Orlando Andreucci, accompagnato dalla sua chitarra, ha lasciato un po’ di rimpianto in tutti, per la chiusura dell’evento”.
Per ogni ulteriore ragguaglio e per aderire alla nostra associazione, rivolgersi al 331 2663656 o visitare il sito iteronlus.it
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