Associazione per delinquere finalizzata all’usura, abusivismo finanziario, riciclaggio, truffa alle banche, falso e favoreggiamento. E’ l’accusa con cui, a vario titolo, sei persone sono state al momento ristrette agli arresti domiciliari e altre 56 indagate. I fermi sono stati eseguiti dagli uomini del nucleo speciale di polizia valutaria su disposizione del gip presso la Procura di Roma Filippo Steidl, indagini dei pm Stefano Rocco Fava e Nello Rossi. Il giro di affari stimato, per quanto riguarda il reato di usura, tra il 2003 e il 2006 è di circa dodici milioni di euro. Il gruppo imponeva tassi di interesse che raggiungevano percentuali annue del 4 mila e 500%. Sotto sequestro sono finiti anche 66 contri bancari, azioni societarie, autovetture e cinquantasei immobili e terreni in diverse provincie italiane tra cui Bologna, Piacenza, Latina, L’Aquila e Siena. L’indagine era partita nel 2007 dopo che i familiari di un imprenditore edile, E.B., avevano attribuito il suicidio del congiunto alle pressioni di due usurai. In manette sono finiti Giancarlo Sacchi, ritenuto dagli inquirenti a capo del sodalizio criminale, Giuseppe Coretti e Giuseppe Coltellacci. Ai domiciliari, sempre con l’accusa di usura, Giovanni De Cesari, Claudio e Giorgia De Giorgis. Tra gli indagati anche due direttori di filiali di banche a Roma, Tiziano Cangini (Banca Popolare di Ancona) e Federico Longhi (Cassa di risparmio di Reggio Emilia). Grazie anche al ruolo dei due funzionari, il gruppo riusciva a far ottenere l’apertura di conti e conseguenti operazioni finanziarie a personaggi compiacenti. In totale gli istituti di credito sono stati truffati per oltre 1,5 milioni di euro. In queste attività illecite (affidamenti e mutui con compravendite pilotate) intervenivano anche professionisti (un commercialista e due periti tecnici) che sovrastimavano gli immobili in vendita, alterando bilanci e altra documentazione. Alcuni degli indagati sono accusati anche di riciclaggio per aver «ripulito» una somma complessiva di circa 5 milioni di euro.
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