



Il sindaco minturnese Aristide Galasso e Mimma Nuzzo, consigliere comunale con delega al volontariato, accolgono l’appello per un impegno concreto riguardo ai bisogni del ‘Fareassieme’ assicurando una sede per ospitare i periodici incontri allargati che si tengono almeno una volta al mese. Oltre che per predisporre una serie di attività che necessitano di un’adeguata struttura di accoglienza. La sede individuata sono i due plessi scolastici, che chiuderanno nel prossimo mese di giugno, di Santa Maria Infante e Tufo. Il metodo ‘Fareassieme’ (www.fareassieme.it), improntato sull’esempio del servizio di Salute Mentale lanciato a Trento una decina di anni fa, è una scuola di pensiero che si ispira al valore della responsabilità personale e al contributo che tutti possono dare per trasformare in positivo i pregiudizi nei confronti del disagio mentale che caratterizzano la società in cui viviamo. A tal fine, si rende opportuna una pratica di condivisione e contaminazione che divengano prassi del proprio essere e agire sociale. A livello locale, i responsabili di riferimento del movimento sono la signora Virginia Bartoli, il dottor Erminio Di Nora, il dottor Pino Ionta e il dottor Francesco Treglia. Tra i volontari attivi gli utenti, i familiari, gli operatori sanitari, gli insegnanti, insieme ad altri professionisti e cittadini di diversa estrazione, che hanno deciso di condividere e contribuire a questo percorso. Gli incontri e i confronti tra Ufe (Utenti Familiari Esperti), cittadini volontari ed esperti mirano alla diffusione di un modello di solidarietà condivisa e all’autoaiuto, in maniera che il percorso personale, le esperienze e le competenze di ciascuno diventino patrimonio comune fruibile per tutti. Il progetto ‘Fareassieme’ è attuato in stretta collaborazione con la comunità terapeutica Maricae di Marina di Minturno insieme alle associazioni Iter Onlus, Amici della Bussola, Slow Think e I Care, le cooperative Aquilone, Herasmus e La Fonte.