SEQUESTRATO UN TONNO ROSSO DI 70KG

Il giorno 04 febbraio 2011, il personale dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Terracina, durante i controlli d’Istituto sulla filiera ittica, effettuava un accertamento presso un rivenditore locale di prodotti ittici, rinvenendo nelle celle frigorifero un esemplare di Tonno Rosso del peso di quasi 70 Kg pronto per essere messo in commercio. Dopo di ciò i  militari operanti accertavano la mancanza di qualsiasi documento attestante la rintracciabilità del tonno rinvenuto, compresa la mancanza del “documento di cattura” (c.d. Blufin tuna Catch Document – B.C.D.), documento Comunitario obbligatorio per la cattura ed il commercio del Tonno Rosso. Al rivenditore in questione veniva pertanto irrogata una sanzione amministrativa pari a 4000 Euro, oltre al sequestro dell’esemplare di tonno rinvenuto il quale, dopo gli  accertamenti di rito da parte del locale servizio veterinario AUSL, sarà devoluto in beneficenza. Dai primi  accertamenti il tonno sottoposto a sequestro risulta proveniente dalla cosiddetta “pesca sportiva”, ovvero la pesca praticata a scopo ricreativo da operatori non professionisti e per la quale la Legge Nazionale vieta tassativamente la vendita del prodotto ittico catturato.
Il Tonno Rosso è una specie ittica sottoposta a piani di ricostruzione per evitarne l’estinzione, a causa dell’eccessivo sfruttamento dello stock ittico. La vigente legislazione Comunitaria (Regolamenti n° 302/2009 e 640/2010), emanata in ottemperanza alle più ampie raccomandazioni della Commissione Internazionale per la conservazione dei tonni  dell’atlantico – I.C.C.A.T., stabilisce norme molto restrittive circa la cattura e commercializzazione di tale specie ittica.
L’operazione, rientra nella più ampia attività di contrasto alla pesca illegale del tonno rosso, operata dal personale dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Terracina in linea con le direttive Nazionali e Comunitarie, con una particolare attenzione rivolta al fenomeno della vendita illegale di prodotti ittici da parte di pescatori sportivi, quale pratica particolarmente lesiva per il consumatore finale a causa della mancata garanzia di idonei controlli del prodotto lungo i canali commerciali “ordinari” e, non ultimo, lesiva per gli operatori professionisti del settore,  compresi i pescatori professionali e rivenditori onesti.