Un complesso sistema di società per la vendita di ricambi d’auto, è stato smantellata dalle fiamme gialle per bancarotta fraudolenta. I finanzieri della sezione Reati di Criminalità Economica del Nucleo Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Napoli dopo complesse indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Napoli, hanno eseguito tre ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari ed con obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, emesse dal gip del Tribunale di Napoli nei confronti di Vincenzo Falco, del figlio Carmine e della sorella di questo Giuseppe, di Orso De Marco, imprenditori partenopei nel settore della vendita al dettaglio di ricambi per auto operanti nel basso Lazio, indagati per plurime ipotesi di bancarotta fallimentare.
Le articolate indagini di elevata difficoltà sono state condotte incrociando una notevole quantità di dati e di notizie reperite dai militari operanti, hanno preso le mosse dall’attività di tre società dichiarate fallite e di una società operante nel settore del commercio di accessori per auto e moto con sede a Formia.
I militari durante gli accertamenti hanno ricostruito un complesso meccanismo attraverso il quale i soggetti colpiti dai provvedimenti cautelari,- mediante la costituzione di nuove società operanti nel medesimo settore merceologico con l’indicazione di sedi legali delle stesse risultate poi inesistenti, con la sistematica sottrazione e/o distruzione della documentazione contabile nonché con il trasferimento di fatto dei beni aziendali ad altra società sempre ad essi riconducibile – riuscivano ad occultare prima e a distrarre poi i citati beni, il tutto in danno dei creditori delle diverse società ed in favore della società in bonis formiana.
Nel caso di una società, poi fallita,è emerso che la finalità precisa degli indagati è stata quella di depauperare in maniera definitiva e irreversibile la società, caricandola solo di debiti, tra cui quelli derivanti dal mancato pagamento di forniture e di canoni di locazione e di continuare l’attività attraverso la società formiana solo formalmente autonoma ma operante presso la stessa sede della fallita e che utilizzava gli stessi dipendenti di quest’ultima. E’ stato accertato, inoltre, che per il raggiungimento di tale scopo è stata predisposta falsa documentazione, sono state fornite false informazioni ai soci nonché sottratta merce con fittizio trasferimento dei locali.
Agli indagati – è scritto in una nota della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli a firma del procuratore aggiunto Fausto Zuccarelli -sono stati contestati i reati di bancarotta fraudolenta documentale e patrimoniale per aver sottratto o distrutto, con lo scopo di procurare a sé un ingiusto profitto o di recare pregiudizio ai creditori, i libri e le altre scritture contabili delle società fallite e di aver distratto, occultato o dissimulato i beni delle medesime società. Oltre all’esecuzione delle menzionate ordinanze cautelari personali è stato eseguito anche il sequestro delle quote sociali e dei beni della società formiana.