PERCOLATO CAMPANO IN MARE. RIPERCUSSIONI ANCHE NEL SUD PONTINO?

Marta Di Gennaro
Corrado Catenacci
Antonio Bassolino

I depuratori della regione Campania hanno sversato nel Tirreno, enormi quantità di percolato, il residuo liquido prodotto dai rifiuti.  Un gravissimo ed irreparabile disastro ambientale, che ha portato nei gironi scorsi all’arresto, da parte dei Carabinieri del NOE, di 14 persone tra cui la vicecommissario di Bertolaso, Marta De Gennaro e l’ex prefetto e commissario Corrado Catenacci ed a far indagare anche l’ex presidente regionale Bassolino. La vicinanza della Campania con il Sud Pontino, ha messo in stato di allerta gran parte degli organi provinciali.


Gerardo STEFANELLI

L’assessore provinciale all’ambiente Gerardo Stefanelli in una nota comunica: “Stiamo seguendo con grande attenzione l’inchiesta. Qualora venisse accertata la veridicità dei fatti, stiamo valutando la possibilità di intervenire nell’ambito dei procedimenti giudiziari per tutelare i cittadini e gli operatori turistici della nostra provincia”. Lo afferma l’assessore all’Ambiente della Provincia di Latina, Gerardo Stefanelli, in merito al fronte giudiziario aperto dalla Procura di Napoli sul riversamento nelle acque del Tirreno da parte dei depuratori campani di enormi quantità di percolato, ovvero del residuo liquido prodotto dalla spazzatura.

“Se venissero confermate le accuse – aggiunge l’assessore Stefanelli – si tratterebbe di un danno enorme, dal punto di vista ambientale, economico e, soprattutto, per l’incolumità delle persone. Una scelta, quella di riversare in mare una sostanza altamente inquinante come il pergolato, che potrebbe spiegare non solo l’inquinamento delle spiagge campane, ma anche i numerosi problemi che in questi anni si sono registrati su quelle del Sud Pontino. Nelle ultime estati, infatti, in più occasioni le acque dei nostri mari si sono presentate inspiegabilmente inquinate, vanificando gli sforzi con i quali siamo riusciti a portare a norma il 95 per cento dei depuratori della nostra provincia e ad avere il controllo quasi totale del regime di depurazione”.

Il tratto di costa interessato, infatti, sarebbe quello dal fiume Sarno fino ai confini con il Lazio, sul quale è stato riversato in mare il percolato proveniente dalle discariche e dai sette impianti di Cdr della Campania. In particolare, l’assessore Stefanelli individua una delle possibili cause dell’inquinamento che ha interessato anche il tratto di costa del Sud Pontino nel “cattivo funzionamento del depuratore di Cuma”, uno dei sette finiti sotto inchiesta e definiti dai magistrati ‘inadeguati ad assicurare l’adeguata depurazione’.

Sulla questione l’assessore sottolinea che “le indagini potrebbero, quindi, confermare i timori che abbiamo avuto in questi anni sulla responsabilità dei depuratori campani. A questo punto, però, non possiamo che attendere lo sviluppo delle indagini. Dopodiché, nel caso in cui fossero acclarate tutte le accuse, daremo senz’altro il via a un procedimento di valutazione del danno ambientale ed economico che ha interessato le coste, i cittadini e gli operatori turistici del Sud Pontino”.