Sono tornati in aula di fronte al Tribunale collegiale di Latina – De Angelis, Minunni, Chirico – i cinque accusati di essere parte di una banda dedita all’usura e agente nel territorio del basso Lazio con ramificazioni nell’alto casertano fermata nel 2009 al termine di un’operazione condotta dalle Fiamme Gialle: Antonio Di Francesco, Alfonso Valentino detto “O Pagliarone, Michele Gargiulo, G.C., Giuseppe Corbo gli accusati. Difesi dagli avvocati Luca Scipione, Italo Madonna, Carlo Madonna, Enzo Macari, Michelangelo Fiorentino, Angelo Palmieri, Pasquale Cardillo Cupo, dall’altra parte le loro vittime: un imprenditore del settore abbigliamento di Formia, un cartolibraio di Gaeta, un benzinaio. Sei in tutto i testimoni chiamati in aula dalla pubblica accusa che hanno sostanzialmente confermato le accuse: prestiti usurai ed estorsione di denaro a piccoli imprenditori e artigiani del sud pontino in difficoltà economiche. Una villa a Formia, un terreno e sei auto di proprietà, tra cui una Ferrari F131, all’epoca furono sequestrate come anche conti correnti bancari e postali intestati agli indagati, del valore complessivo di oltre 3 milioni di euro. Le consistenti somme di denaro, attraverso cui gli arrestati riciclavano i proventi illeciti, secondo l’accusa venivano fatte confluire in società appositamente costituite nel casertano. Processo rinviato al prossimo 3 febbraio.
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