Questa mattina a Cori una donna ha seminato il panico per circa un’ora all’interno di un bar di via Roma tenendo in ostaggio le due ragazze titolari del locale puntandole contro una pistola, risultata poi essere un’arma giocattolo.
Sul posto, intorno alle sette, dopo una concitante richiesta di aiuto arrivata al 113 è intervenuta immediatamente la Volante del Commissariato P.S. di Cisterna.
Mentre fuori del locale si era radunato un capannello di persone all’interno una donna puntava una pistola all’indirizzo di due donne notevolmente impaurite poste dietro al bancone.
Dopo aver fatto allontanare i presenti e trascorsi alcuni minuti di attesa fuori la porta d’ingresso, i poliziotti hanno approfittato di un attimo di distrazione della donna per entrare nel locale ed afferrarla alle spalle, disarmarla ed ammanettarla con estrema professionalità e senza fare uso dell’arma d’ordinanza.
La donna veniva identifica per ONORATI Silvia, 49 anni di Cori.
La perquisizione personale svolta nell’immediatezza ha portato al rinvenimento anche di un coltello a serramanico con una lama di 11 centimetri di lunghezza che la Onorati occultava in uno stivale, mentre la pistola era un’arma giocattolo priva del previsto tappo rosso.
Nel ricostruire la dinamica dei fatti, si è appurato che il folle gesto sarebbe dovuto esclusivamente ad un banale e futile alterco con le due titolari del bar. La donna, infatti, entrata nel bar di prima mattina, aveva ordinato una birra ed un cappuccino e chiesto anche un pacchetto di sigarette; poiché disponeva solo di pochi euro, le due ragazze, conoscendola, le avevano dato un pacchetto da 10 e non da 20 sigarette oltre alla “colazione”, scatenando però la reazione della Onorati, palesemente ubriaca, che iniziava dapprima ad offendere entrambe e dopo estraeva dalla cintola dei pantaloni l’arma giocattolo puntandola verso le due, minacciandole altresì di morte.
Per la Onorati è scattato l’arresto, con le accuse di sequestro di persona e minacce aggravate: su disposizione del Sostituto Procuratore d.ssa Eleonora Tortora, è stata tradotta nel carcere femminile di Rebibbia, a Roma.
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