Anche l’Amministrazione di Cori, rappresentata dall’Ass.re agli AA.GG., Personale e Semplificazione Amministrativa Fausto Nuglio, ha voluto partecipare ieri pomeriggio al sit – in di protesta davanti al Palazzo della Presidenza del Consiglio dei Ministri, in Via della Stamperia a Roma.
Alla pacifica manifestazione organizzata dalla Federazione della Sinistra erano presenti sindaci e rappresentanze di diversi comuni della provincia e del Lazio a sostegno dello slogan “Stop alla macelleria sociale, per uno sviluppo alternativo”.
La crisi economica peggiora, così come i suoi riflessi sulle fasce più deboli della popolazione: aumentano disoccupati (2,8 milioni = 11,5% della popolazione), poveri (8,4 milioni), disuguaglianze sociali e territoriali.
Il Governo attuale sta aggravando ulteriormente le condizioni materiali delle persone; prosegue l’offensiva contro i diritti del lavoro; si tagliano risorse a scuola, sanità, enti locali, al sociale.
Lo stato sociale viene scientificamente smantellato in nome di un welfare mercantile e caritatevole; il fondo nazionale per la non autosufficienza nel 2011 sarà azzerato, quello per le politiche sociali decimato; i trasferimenti a regioni e comuni tagliati di oltre 18 miliardi di euro.
Il nuovo patto di stabilità, che l’Europa sta per approvare, costringerà i paesi membri a fare ulteriori tagli di decine di miliardi di euro alla spesa sociale.
In tutto questo il progetto del federalismo fiscale acuirebbe ulteriormente le diseguaglianze sociali e territoriali, peggiorando le condizioni dei cittadini delle zone meno “virtuose” con sempre meno servizi garantiti e alimentando aumenti di imposte fiscali insostenibili dalla popolazione.
«Non si può uscire dalla crisi con le stesse ricette che l’hanno causata» ha affermato Nuglio «noi non ci stiamo e alla macelleria sociale opponiamo un modello di sviluppo alternativo, basato sulla redistribuzione del reddito e del benessere, sull’investimento sulla conoscenza e la riconversione ecologica dell’economia.
Siamo per un modello di sviluppo socialmente sostenibile, dove le risorse per il sociale siano un investimento per il futuro e non dei costi inutili da tagliare.
Per queste ragioni chiediamo alle regioni di continuare ad opporsi al disegno antisociale del governo e di portare avanti con maggiore forza le battaglie per ripristinare le risorse tagliate e definire i livelli essenziali di assistenza sociale con i quali riconoscere e garantire universalmente quei diritti costituzionali di inclusione ed uguaglianza sociale dimenticati.
Per liberare miliardi di euro basterebbero una riforma fiscale basata sul principio delle progressività, una lotta decisa all’evasione fiscale, la tassa sui grandi patrimoni e la riduzione delle spese militari.»
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