GOLFO: «Un fermo pesca più lungo e meglio coordinato», LO CHIEDONO I PESCATORI

Un fermo pesca più lungo e meglio coordinato. Lo chiedono molti pescatori del Golfo di Gaeta  per poter iniziare a lavorare solo quattro giorni alla settimana e per dare continuità al fermo attuato, offrendo così un valore aggiunto alla pesca e al prezzo del pescato. Secondo Erminio Di Nora: «Non si può prescindere da questa valorizzazione. Il dopo fermo – aggiunge – mostra i risultati, e maggiori e migliori potrebbero essere se questo fosse associato a misure integrative di sostegno e di lavoro, coincidenti con i bandi Fep, Fondo Europeo per la Pesca,  per ammodernare e ristrutturare le imbarcazioni, la loro messa in sicurezza e i corsi di formazione per gli imbarcati, le attività di riconversione, quali il pescaturismo e l’ittiturismo». Nel Compartimento di Gaeta, e anche nelle isole di Ponza e Ventotene, l’auspicio è che gli Enti Locali utilizzino al meglio le misure europee, come attrezzare i porti, i punti di sbarco, i servizi a terra, la promozione e valorizzazione, e tutto nel rispetto della figura del pescatore, troppo spesso usata come ponte per “arrivare” ai contributi pubblici.

«Le nuove leggi sulla piccola pesca ci penalizzano»


Continua il malcontento nei pescatori di Gaeta, a causa delle nuove norme marittime imposte dall’Unione Europea, il 1 giugno di quest’anno. Le nuove leggi impongono, infatti, l’utilizzo per la pesca nel Mediterraneo di maglie più larghe e nuove distanze dalla costa, a non meno di un miglio e mezzo. Secondo la maggior parte dei pescatori, queste ultime regole hanno penalizzato fortemente il loro lavoro soprattutto economicamente e prevedono periodi ancora più duri durante l’inverno, non avendo più la possibilità i pescatori di lavorare in tratti di mare  riparati ovvero più vicini alla costa. «Prima – sostiene un operatore – le norme erano ben diverse : da punta Stendardo andando verso sud, il limite era di 3 miglia, ora è di 4. Andando invece verso nord, cioè verso Sperlonga, il limite era di 50 metri di profondità, ora è di 1 miglio e mezzo dalla costa e quindi 80 metri di profondità. Inoltre, l’utilizzo di maglie più larghe, da 50 mm, rende impossibile, ad esempio, la cattura dei rossetti e dei bianchetti». Un regolamento questo, che ha l’obbiettivo di tutelare la specie a rischio e il nutrimento dei pesci adulti ma che non convince gli operatori del settore perché incentiva il mercato estero. Non avremo più quindi, sulle nostre tavole la tipica frittura, a meno che non ci si accontenti di quella congelata o proveniente dall’estero. Ad alleggerire inoltre le tasche dei nostri pescatori, grava una tassa salatissima imposta dallo Stato su un nuovo strumento della Telecom: il Blue box. L’apparecchio serve a dare la posizione della barca in caso di avaria o naufragio ma in particolar modo monitora gli spostamenti in zone vietate all’attività, così  mettendo in allarme le autorità su eventuali pesche di frodo. In definitiva, gli operatori di pesca di Gaeta, chiedono una modifica della regolamentazione Ue soprattutto nella parte relativa alle nuove distanze dalla costa, ritenute troppo limitative del loro lavoro.

Scritto da: Francesco Furlan e Irene Antetomaso