Tra turbanti e tuniche sgargianti e colorate, con predominio dell’arancione, circa un centinaio di indiani, appartenenti all’etnia Sikh, hanno invaso il giardino di Piazza Signina, nella mattinata di domenica 11 luglio.
L’India è una terra di feste, hanno spiegato i “padroni di casa”, quasi ogni giorno dell’anno, in qualche parte della nazione si tengono celebrazioni in onore di divinità, santi, profeti e guru appartenenti ad almeno sei religioni diverse.
In questo paese non esiste dicotomia tra sacro e secolare e le feste ne sono una testimonianza importante; la vitalità del sentimento della popolazione indiana viene accresciuta da un’esuberante celebrazione della vita; i colori e lo splendore delle processioni si mescolano con il rituale, il divertimento spontaneo con il culto.
Le feste religiose, inoltre, sono un’occasione per incontrarsi e per scambiare le novità, per combinare matrimoni e acquistare qualche oggetto di lusso, per gustare qualche delizia e per divertirsi.
Gran parte degli eventi religiosi dell’India riguardano l’Induismo, religione caratterizzata da una miriade di culti e sottoculti e da un imponente numero di leggende, miti e avvenimenti storici.
Presenti alla cerimonia, oltre ad un inaspettata schiera di curiosi, anche il Sindaco Tommaso Conti e il Delegato alla cultura del Comune di Cori, Giorgio Chiominto: dopo aver assistito alla cerimonia religiosa, con capo coperto e piedi scalzi, si sono mischiati tra i commensali per la condivisione del cibo, un momento di autentica integrazione.
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