A Cassino le scosse di terremoto si susseguono un giorno dopo l’altro. Uno sciame sismico che desta preoccupazione anche in provincia di Latina, specie nel basso Lazio, dove già l’evento del 6 aprile in Abruzzo si sentì chiaramente facendo scendere in strada moltissime persone. Dieci scosse in soli tre giorni a Cassino. Abbiamo deciso di provare a sentire Gioacchino Giuliani, detto Giampaolo, tecnico dell’Istituto di Fisica dello Spazio Interplanetario presso i Laboratori Nazionali del Gran Sasso, divenuto noto per le sue ricerche nel campo della previsione dei terremoti e in particolare di quello de L’Aquila. Le previsioni di Giuliani, è bene dirlo, non sono accolte dalla comunità scientifica, e si basano sullo studio delle correlazioni tra le variazioni di emissioni di gas radon dal sottosuolo e i processi di deformazione entro le rocce. Nonostante l’abiura sulle sue teorie da parte della comunità scientifica resta comunque un fatto che Giuliani abbia avuto, attraverso i suoi studi, un chiaro avviso del terremoto de L’Aquila e, in alcuni casi documentati, contribuito a salvare delle vite umane. Quando lo sentiamo, Giuliani è nel sottosuolo dei laboratori de L’Aquila. Dottor Giuliani, nei giorni scorsi abbiamo avuto diverse scosse a Cassino. C’è da preoccuparsi? «La possibilità di un terremoto a Cassino è alto. E’ una zona a rischio sismico come l’aquilano e in questi ultimi giorni abbiamo registrato un’attività sismica particolarmente elevata con una frequenza sismica oltre la media. Simile a quella abruzzese ma molto più bassa nell’intensità». Esattamente dove si stanno verificando questi eventi? «Il ‘fuoco’ dell’attività è tra Sora e Pescocostanzo. Ovviamente, visto che lei abita nel basso Lazio, capirà che maggiore è l’intensità dell’evento, maggiormente lo sentirà. Faccio un esempio: è evidente che un evento del 6° grado a Cassino, ne produrrebbe uno del 3,5° a Formia con un movimento dei lampadari e delle suppellettili». Come funziona il suo sistema di analisi sul radom? «Al momento abbiamo quattro strumentazioni dislocate nell’aquilano e una a Magliano dei Marsi, ancora sotto taratura, che studiano le emissioni di gas radom dal sottosuolo e le mettono in correlazione con la deformazione entro le rocce. Attraverso questa correlazione abbiamo una previsione per le successive sei – ventiquattro ore. Secondo quanto ci risulta, se incrementa il radom, incrementa l’evento sismico». Riuscite a vedere anche la situazione nel cassinate? «Il raggio d’azione delle macchine varia tra gli 80 e i 150 chilometri a seconda del grado sismico, quindi si, copriamo anche quella zona». L’attività sismica di questi giorni è riconducibile a quella che portò al terremoto abruzzese e se si, è normale? «I movimenti fanno parte della stessa attività sismogenetica che si sviluppa da ottobre dell’anno scorso. Posso dire, senza timore di essere smentito, che durante quest’anno si sta producendo un’attività sismica molto alta, non ravvisabile almeno nelle ultime due generazioni». E in pratica? «L’attività al momento, nella zona di Cassino, pare essersi affievolita e non abbiamo incrementi di radom che ci fanno prevedere eventi catastrofici ma è chiaro che essendo la nostra previsione a 24 ore al massimo, il dato è relativo per quanto sufficiente a porre in salvo una popolazione interessata». Cosa possono fare i cittadini? «Soprattutto gli enti preposti alla sicurezza, mi riferisco alla Protezione Civile, devono stare bene attenti. Che se ne dica non esistono zone asismiche». Ma quando si può prevedere un terremoto dagli esiti catastrofici? «Se abbiamo tre eventi nell’arco di 24 ore tutti tra il 3,5° e il 4° della Richter, beh, è consigliabile non dormire in casa». A Cassino in tre giorni gli eventi registrati sono stati tutti intorno al 3,2°… «E’ opportuno, a mio parere, che ognuno sia preparato all’eventualità di dormire fuori casa».
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