Non fa mistero di essere un incallito truffatore l’ex consigliere comunale Antonio Calvano nel corso della deposizione spontanea resa lo scorso 8 maggio di fronte al sostituto procuratore della Repubblica di Latina Giuseppe Miliano, a indagine ancora aperta, qualche giorno dopo la notifica dell’elezione di domicilio nell’ambito della cosiddetta inchiesta “Sistema Formia”.
E al sostituto procuratore Giuseppe Miliano non racconta solo di truffe e debiti che lo hanno condotto in gravi difficoltà economiche per promessa mai mantenute: al centro delle dichiarazioni, infatti, l’uomo che per quindici anni, tre mandati, è stato sempre in Consiglio comunale (2001, 2003, 2008), parla anche e soprattutto del Prusst Le Fosse, il piano di lottizzazione e riqualificazione della ex fornace D’Agostino, votato all’unanimità del Consiglio comunale, sindaco Bartolomeo, nel luglio del 2007.
Che recentemente, sulla base anche delle intercettazioni ambientali presenti nell’inchiesta della Procura di Latina, del sequestro nel febbraio del 2014 di 17 terreni a Le Fosse, delle dichiarazioni del boss dei casalesi Antonio Iovine, ha portato alla riapertura dell’inchiesta per associazione a delinquere finalizzata all’abuso d’ufficio, corruzione, violazione e rivelazione di segreti d’ufficio che, prima dell’archiviazione disposta nell’agosto 2011, aveva visto coinvolti a vario titolo l’attuale sindaco Sandro Bartolomeo, il geologo del progetto Lucio Forte, il geometra Erasmo Cannavale, Gino Carmine Lefano e il figlio Francesco Lefano, gli ex consiglieri Francesco Occipite Di Prisco, Francesco Carta e proprio Antonio Calvano, il funzionario Asl, Pietro Rossi, il funzionario comunale Giuseppe Caramanica, il dirigente Marilena Terreri, attualmente al settore opere pubbliche del Comune.
“L’imprenditore era Lefano residente a Toronto – racconta Calvano in Procura, in qualche modo confermando quanto presente in un’intercettazione ambientale condotta dalla Procura nel marzo 2012 tra lo stesso Calvano, l’ex vice sindaco oggi cerimoniere Benedetto Assaiante e il dirigente Guratti -. Il terreno era una cava che rientrava tra le zone edificabili; il progetto è stato presentato tramite Francesco Carta e Francesco Occipite Di Prisco che li hanno fatti rientrare dal Canada per edificare un albergo e …, il progetto è passato perché formalmente legittimo. La parte di sotto era un Prusst ma la parte di sopra non era stata coinvolta nel progetto e successivamente fu fatta la variante al piano regolatore per l’edificazione su quella parte superiore per una serie di ville. Quando il progetto è andato in Regione con la presidenza Marrazzo è stato approvato il Prusst per la sola parte di sotto mentre per la parte superiore il Prusst non è passato”. E aggiunge ancora: “Successivamente nel 2006 fui contattato da Bartolomeo in quanto tutti i Prusst, anche la parte di sopra dove era prevista una lottizzazione di ville, dovevano andare in commissione. Non riuscendo a raggiungere il numero legale per l’approvazione, mi chiese di appoggiarlo con il Prusst”.
E “Per quanto è a mia conoscenza la forzatura amministrativa fu fatta nella zona di sopra in quanto lì non si poteva fare edilizia residenziale ma soltanto edilizia di tipo pubblico”. Infine ha dichiarato di non conoscere i fratelli Mastrominico a cui nel febbraio scorso furono sequstrati i terreni a Le Fosse.
Non è escluso che dall’8 maggio, Calvano possa essere tornato in Procura per approfondire alcuni aspetti delle sue prime dichiarazioni ma questo allo stato non è noto.
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