Fondi, Canale7 ‘saluta’: via i ripetitori, chiusa la redazione

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*Ufficio svuotato di tutto*

Oltre trent’anni di storia provando a raccontare Fondi e i fondani, per poi incorrere in un lento declino che nei giorni scorsi ha portato ad una chiusura (a tempo?) di cui inizialmente pare non sapessero nulla neanche i sei dipendenti superstiti. Almeno fino a quando, mercoledì pomeriggio, un cassonato è giunto fuori la redazione per svuotarla di mobilio ed attrezzature.

Voce del popolo, secondo le originarie aspirazioni del 1983, o emittente ‘di regime’, come per tanti detrattori era diventata soprattutto negli ultimi anni, nel tempo Canale7 ha comunque rappresentato una realtà cittadina nel suo piccolo importante, a lungo tra le poche ad occuparsi d’informazione a tutto tondo nella Piana. A volte anche con programmi di un certo seguito nel comprensorio, fatti con mezzi limitati, inventiva ed abnegazione da parte di chi era direttamente in campo.


Quello che adesso pare diventato solo il passato. Dopo la regressione e l’agonia, ecco infatti arrivata la (teorica) fine anche per l’ultima delle emittenti fondane – preceduta negli anni dall’esperienza ‘Seventies’ di TeleFondi e da quella di TelevideoFondi, poi divenuta Antenna2 per andare scomparire nei primi anni Novanta – rappresentata dalla chiusura della redazione, e preceduta dallo smontaggio dei ripetitori a metà giugno, che inizialmente si disse legato a semplici problemi di frequenze.

Giusto qualche mese fa, era febbraio, un restyling societario che più di qualcuno si aspettava salvifico: entrati alcuni nuovi soci, l’amministrazione della società di gestione, la Cooperativa Canale7, era passata dall’imprenditore in area Mof Stefano Nardone al noto professionista Carlo Carlevale.

Sulla ‘morte’, vera o presunta, del network fondano, i primi ad intervenire sono stati i militanti di Forza Nuova ed Alleanza Fondana, che, con un “buona fortuna” d’ordinanza alle diverse persone rimaste senza lavoro, hanno puntato il dito contro l’indifferenza generale sulla chiusura, in particolare delle istituzioni.

Ma intanto, mentre si intona il De Profundis, non è detto che la vicenda non possa riservare qualche colpo di scena in differita: nonostante tutto, le frequenze non sono state riconsegnate, e la proprietà non si è ancora espressa ufficialmente in merito al futuro prossimo dell’emittente.