I 35 ex Lsu di Minturno in attesa del licenziamento e delle motivazioni

*La sede del Comune di Minturno*
*La sede del Comune di Minturno*

Hanno scelto la strada della dignità. Nessuna polemica né critiche solo una presa d’atto del procedimento in corso da parte dell’amministrazione comunale di Minturno per arrivare al licenziamento.

Aspettano. In tensione, con affanno e preoccupazione i 35 lavoratori, legati all’amministrazione con contratto a tempo indeterminato, lo svolgimento delle varie fasi di un iter che ha preso il via il 3 aprile scorso con l’”avvio del procedimento per l’annullamento in autotutela della procedura di assunzione di numero 35 ex Lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità” e proseguito con la pubblicazione, ieri mattina, della delibera di giunta con la quale agisce “in autotutela annullando la procedura posta in essere di stabilizzazione dei 35 ex Lsu che si è concretizzata con provvedimenti assunti illegittimamente per violazione di norme…”. In buona sostanza l’amministrazione comunale ha inteso “togliere efficacia” alle determinazioni numero 4, 5 e 2 le prime due del 2011 l’ultima del 2012 di stabilizzazione dei 35 lavoratori.


Ma manca il cosiddetto “atto finale”: il licenziamento. Anche la delibera dell’esecutivo ancora non ha di fatto “invitato” i 35 dipendenti comunali ad andare a casa… Prosegue allora l’attesa. Un lasso temporale infinito per i dipendenti comunali che aspettano non tanto di conoscere l’esito del procedimento la cui conclusione è ormai ovvia, ma piuttosto le motivazioni che sono alla base del licenziamento.

Solo con motivazioni alla mano i 35 dipendenti comunali potranno adire le vie legali. Probabile un ricorso al tribunale amministrativo per gli atti annullati e un ulteriore ricorso al giudice del lavoro per chiedere di essere reintegrati.

Minturno con questo ulteriore atto, sicuramente dovuto all’accertamento della Corte dei Conti e al rischio di incorrere in un danno erariale, corre il serio pericolo di diventare tristemente famoso per aver mandato a casa 35 unità lavorative, con altrettante famiglie a carico, per ben due volte in meno di un anno. E qualora dovessero essere reintegrati, tra un anno o più, un ulteriore accertamento del giudice contabile innescherebbe un altro procedimento comunale fatto di annullamenti e licenziamenti? E nel caso di reintegra chi pagherà i danni causati ai lavoratori?