Gli studenti del Cicerone regalano due tv ai centri oncologici di Formia e Gaeta

*Il liceo linguistico, umanistico e pedagogico "Marco Tullio Cicerone" *
*Il liceo linguistico, umanistico e pedagogico “Marco Tullio Cicerone” *

Gli studenti del liceo linguistico, umanistico e pedagogico “Marco Tullio Cicerone” di Formia hanno donato due televisori di ultima generazione ai centri oncologici degli ospedali Dono Svizzero di Formia e Di Liegro di Gaeta. L’iniziativa, l’ennesima nel campo sociale, è stata voluta e organizzata dalla professoressa Senese, già in altre occasioni in cabina di regia per analoghe iniziative. Il sistema è infatti collaudato: gli studenti vengono coinvolti in campagne di adesione a progetti culturali come esibizioni musicali o proiezioni cinematografiche, come avvenuto in questo ultimo caso, dove corrispondendo una cifra per partecipare all’iniziativa si autotassano con piccole cifre aggiuntive che servono per finanziare progetti sociali.

Per l’iniziativa di donazione ai due nosocomi  i 700 ragazzi dell’istituto hanno raggiunto la cifra necessaria per acquistare i due televisori da piazzare nelle sale d’aspetto dove i pazienti dei centri oncologici vengono ospitati per effettuare terapie anche di ore che spesso passano interminabili. Ma nel corso dell’anno scolastico i giovani hanno già in passato e in altre occasioni organizzato donazioni e assistenze a vario titolo a centri anziani e cliniche, in perfetto spirito con la vocazione primaria del corso di studi superiori che hanno deciso di intraprendere, quello sociale, assistenziale e culturale.


“Perché la socio-assistenza – ha precisato la promotrice delle iniziative sociali, la professoressa Senese – è anzitutto un fatto umano e come tale va insegnata ai più giovani proprio nella prospettiva di una maggiore umanità al servizio dei più deboli o di coloro in difficoltà. Questo perché ormai l’educazione giovanile resta quasi ad esclusivo appannaggio dei media, capaci troppo spesso di sdoganare solo violenza. Il potenziale umano dei più giovani è altissimo, perciò dobbiamo essere noi come insegnanti maggiormente capaci di sfruttarlo”.