GIUSTIZIA LUMACA, VENTI DIPENDENTI DEL TRIBUNALE DI LATINA LIQUIDATI CON OLTRE OTTOMILA EURO

tribunale-latinaQuesta volta non si tratta di semplici utenti, ma direttamente del personale della giustizia, vittima dei processi lumaca e per tale ragione risarcito dallo Stato per cui lavora. Il Ministero dell’economia e finanze sta liquidando oltre ottomila euro a venti dipendenti del Tribunale e della Procura della Repubblica di Latina, che nel 1994 aveva aderito a un ricorso al Tar chiedendo il riconoscimento di una percentuale sul recupero delle spese di giustizia. Si trattava di pochi spiccioli, il giudizio iniziò nel 1997, ma dopo tredici anni ancora nessuna traccia di una sentenza.

I ricorrenti, assistiti dall’avvocato Pasquale Lattari, tramite il sindacato Confsal-Unsa, si rivolsero alla Corte d’Appello di Roma, chiedendo un risarcimento per l’eccessiva durata del processo, in base alla legge Pinto. Una richiesta accolta appunto tre anni fa dai giudici romani e che ora ha portato il Ministero ad allentare i cordoni della borsa. Tra indennizzo e interessi, per una vicenda che vedeva in ballo piccole somme, ogni ricorrente si sta vedendo così accreditare oltre ottomila euro.


“Una vittoria del sindacato”, ha dichiarato entusiasta il segretario provinciale Confsal-Unsa, Quirino Leomazzi, che rappresenta a Latina un centinaio di iscritti.

“Ogni settimana presso la Corte di appello di Roma si tengono udienze, con 150 procedimenti circa, per il risarcimento della legge Pinto. Nella totalità dei casi lo Stato risulta soccombente e a ciò si aggiungano le ulteriori centinaia di cause che si tengono settimanalmente in tutte le corti di appello con identico esito. Lo stato da anni esborsa cifre esorbitanti per la irragionevole durata dei procedimenti giudiziari”, aggiunge l’avvocato Lattari.

E’ purtroppo un circolo vizioso: “lo Stato paga cifre enormi per la lungaggine dei processi e non riesce a trovare risorse idonee da destinare alla giustizia per rendere più celere ed efficiente la giustizia con nuovi strumenti, giudizi, dipendenti. Risulterebbe anche conveniente evitare di pagare risarcimenti per la lungaggine dei processi destinando più risorse alla giustizia”.