GAETA, PANAPESCA: UNA SPERANZA DALL'EUROPA PER LA CASSINTEGRAZIONE

panapesca_insegnaPotrebbe aprirsi uno spiraglio per i dipendenti Panapesca a Gaeta. Perché gli esiti dell’incontro tra sindacati, proprietà e Confindustria Latina che si è svolto la scorsa settimana nel capoluogo avrebbe portato a un parziale e per ora solo accennato impegno a istituire in luogo della procedura di mobilità una cassaintegrazione straordinaria in deroga. Tuttavia affinché possa concretizzarsi questa ipotesi che metterebbe quantomeno per alcuni mesi al sicuro dalla perdita di lavoro i circa 30 dipendenti dell’impresa ittica, devono realizzarsi una serie di circostanze.

Anzitutto la Confindustria come promesso ai sindacati deve incassare l’impegno dell’assessore regionale al lavoro Mariella Zezza per la convocazione di un tavolo di concertazione attorno al quale far sedere tutte le parti in causa, Comune, Consind e istituzioni varie comprese. Questo tavolo dovrebbe in sostanza servire preliminarmente a rassicurare sull’attivazione di una procedura di attivazione della cassintegrazione in deroga.


Qui però sorge un problema, perchè le risorse regionali per la deroga all’ammortizzatore sono attuabili fino al 30 aprile prossimo. Ora c’è da considerare che la mobilità scatta il 15 marzo prossimo e questo significa restare praticamente senza lavoro. L’unica risorsa possibile alla quale attingere per tutelare quantomeno fino a dicembre i lavoratori con una cassaintegrazione in deroga è il fondo europeo di integrazione per la formazione.

Insomma una risorsa comunitaria che può essere invocata ed effettivamente riconosciuta a prescindere dagli esiti delle prossime elezioni regionali, cioè dal rappresentante ufficiale che intercederà per la Regione Lazio. Anche perché in assenza di questa opzione sembrano non esserci più speranze per i lavoratori, anche perché l’unica altra opportunità, quella di un contributo agli imprenditori che investono nel proprio sito con difficoltà occupazionali, è scartata a priori dalla evidente e determinata volontà di Vito Panati a lasciare Gaeta e il suo sito produttivo che rimarrebbe solo come presidio di giacenza e smistamento del pesce proveniente dall’Oceano Indiano.

Tuttavia c’è stata un grosso impegno di responsabilità da parte del corpo dipendente che ormai da qualche giorno dopo due settimane di inattività serrata, sono tornati a lavorare a singhiozzo e a scioperare a singhiozzo con picchetti su lungomare Caboto.

C’è infine da ricordare i corrispettivi per la Cig che lo Stato deve ancora corrispondere alla Regione Lazio per l’anno 2012, ma su quelli non si sa quante possibilità ci siano effettivamente per destinarli anche alla Panapesca. Tutto questo per quanto riguarda l’emergenza occupazionale.

Ma ora si pone anche un problema di non meno conto riguarda al futuro, e su questo aspetto il segretario provinciale della Cgil di Latina Eugenio Siracusa è stato molto chiaro: “Abbiamo ufficialmente chiesto a tutte le istituzioni, nel corso degli appuntamenti al tavolo di crisi organizzati dal sindaco di Gaeta Cosmo Mitrano, di attivare un tavolo del lavoro. Incontri ai quali il Consind deve portare tutti i progetti che sono intenzionati ad intraprendere al fine di capire quali possibilità di formazione e poi di collocamento ci sono per tutti i lavoratori, e non parlo solo della Panapesca, ma di tutti le gravi vertenze lavorative in corso, di entrare in nuove realtà produttive. Ovviamente in ragione di una priorità acquisita dall’emergenza e gravità delle situazione professionali scaturite a causa di crisi e vertenze. Insomma ci aspettiamo che non ci siano favoritismi, clientele e quant’altro ma al contrari la massima collaborazione da parte di tutti per dare un futuro a chi attualmente non ha nemmeno un presente”.