GAETA, FINO A 20MILA EURO PER UN LOCULO AL MERCATO NERO DEL CIMITERO. PROSEGUONO INDAGINI E INTERROGATORI DEI CARABINIERI

Il business occulto dei loculi al cimitero di Gaeta sarebbe corredato da un vero e proprio tariffario. Fino a 20mila euro sarebbero stati richiesti ai malcapitati, facendo addirittura leva sul dolore per la perdita di un congiunto. Si poteva scegliere l’altezza, la cappella e ogni disposizione desiderabile: bastava pagare la cifra giusta.

Ma a chi andavano questi soldi resta per il momento ancora incerto e gli interrogatori dei carabinieri di Gaeta si starebbero concentrando in questa fase a ricostruire tutta la storia di una gestione quantomeno disastrosa e quasi certamente illegale del camposanto, anche relativamente alle passate amministrazioni. Si scava nel passato e le testimonianze delle persone ascoltate in questi giorni farebbero emergere dettagli sconcertanti relativamente ai prezzi chiesti per ottenere loculi altrimenti irraggiungibili nelle cappelle.


Un vero e proprio mercato nero insomma come profeticamente preannunciato proprio dal sindaco Cosmo Mitrano nei giorni scorsi. E un discorso analogo sarebbe avvenuto relativamente al caso che vedrebbe coinvolto, come riportato dalle parole dell’attuale assessore al cimitero Alessandro Vona, l’ex assessore al ramo Antonio Ciano, e verso il quale probabilmente le indagini dei carabinieri si starebbero orientando. Nel caso di Ciano, per il quale attualmente nessuna responsabilità o illecito è contestato non fosse altro, come detto, la natura delle parole di Vona, la stranezza sarebbe rappresentata dalla parentela di sangue nei confronti di una beneficiaria, la sorella, per la quale il suo ruolo di assessore al cimitero fa sorgere dei dubbi.

Inoltre ciò che avrebbe fatto insospettire ulteriormente gli inquirenti sarebbe una richiesta scritta fatta pervenire dalla confraternita proprietaria della cappella dove attualmente si trovano i resti del cognato di Antonio Ciano, nella quale veniva proclamato l’imminente spostamento dei resti tramite tumulazione. Sospetto alimentato dal fatto che il congiunto dell’assessore non poteva finire in alcun loculo perché sprovvisto di concessioni per spazi sepolcrali, se non in virtù della concessione della beneficiaria interessata dalle indagini, la sorella dell’ex delegato, titolare del loculo comunale oggetto di sequestro dove erano contenute le spoglie di sei militari italiani morti nella prima guerra mondiale, poi spostati illegittimamente nell’ossario comune. Indagini serrate insomma che lascerebbero profilare una situazione per la quale questo mercato nero sarebbe da tempo all’ordine del giorno.

E infatti numerosissimi casi analoghi potrebbero emergere a stretto giro in virtù degli interrogatori e degli incartamenti in possesso dei carabinieri. Bisognerà accertare in questo senso tutte le responsabilità di chi gestiva, sia tecnicamente che politicamente, il cimitero, e di chi potrebbe essersi arricchito da questo business cimiteriale