Caduta dell’amministrazione di Spigno, la replica ai consiglieri dimissionari

Il sindaco Salvatore Vento

(Salvatore Vento, il sindaco sfiduciato)

“La sorpresa per la nota di motivazione alle dimissioni contestuali dei cinque consiglieri di minoranza, Costanzo, Mastantuono, Vento e Vento e del vice-sindaco Somma, lascia il campo a molte perplessità anche dopo attenta lettura”. Lo dichiarano in una nota congiunta Giovanni Tito Carlo Vento, Salvatore Cocomello, Karim Tucciarone e Salvatore Palazzo del gruppo “Prima Spigno”, a margine della sfiducia del primo cittadino


“Il sodalizio richiamato da Somma e la sua funzione di garante riguardo gli accordi di programma dov’era tre anni fa? Anche in quell’occasione l’ex vice-sindaco rivendicò la propria funzione centrale riguardo l’azione amministrativa. Anche quella volta il sindaco agì in piena solitudine? Forse Somma dimentica che nel 2015, in seguito allo strappo dei consiglieri di Forza Italia causato dalle azioni destabilizzanti di quest’ultimi nei suoi confronti, fummo noi quattro consiglieri di maggioranza a ristabilire l’equilibrio politico con la stipula di un accordo programmatico, da Somma sottoscritto, grazie al quale ha potuto ritrovare dignità politica e umana, riemergere e ricoprire un ruolo di prim’ordine durante gli ultimi tre anni. Quando il vice-sindaco lamenta di non essere stato preso in considerazione dall’agire del primo cittadino, chiarisca anche in quale occasione questo dissenso si è appalesato. Quando si è trovato in disaccordo con l’operato di Salvatore Vento o con gli indirizzi della maggioranza? Noi pensiamo che la motivazione del suo allontanamento sia da ricercare nel lento logoramento scaturito da mal riusciti tentativi di rovesciare e minare l’autorevolezza del primo cittadino e l’armonia dell’azione amministrativa con atteggiamenti individualistici. L’esercizio della democrazia è fatto dal dialogo e non da prove di forza o di peso politico. Le maggioranze consiliari non si formano con sole tre persone, benché sodali da cantina. Bisognerebbe spiegarlo a quegli amministratori che pensano di avere vinto. E’ emblematico il virgolettato “Onore al vinto”, ma dove hanno visto la vittoria? La ricerca della ‘causa del suo male’ sarà sicuramente fatta, tutti i cittadini hanno undici mesi di commissariamento per farlo. La comunità che viene evocata e del cui bene i dimissionari si fanno paladini, saprà apprezzarne la soluzione adottata toccando con mano le conseguenze di una scelta scellerata. In conclusione, e solo perché è stato citato dalla nota, un pensiero al Pd spignese. Non è stata mai abitudine di questa maggioranza entrare nelle dinamiche dei partiti esterni alla compagine civica, ma chi ha redatto la nota si è fatto sfuggire il timore di vanificare il proprio progetto dalla componente del partito democratico. La parola capezzale, è un’espressione tipicamente usata per indicare un luogo di malattia o peggio, ma il Pd chi lo ha relegato in un angolo di inferiorità politica? Non certamente noi, che riconosciamo dignità politica a chiunque si adoperi per il territorio. Altri, invece, lo asseriscono”.