Incendio a Ponza, soccorsi ad ostacoli: l’isola è senza autobotte

Un incendio che ha messo davvero a dura prova i volontari della protezione civile, quello verificatosi la scorsa notte a Ponza. Un’isola abbandonata su determinati fronti, a giudicare dall’attuale stato di cose. Da settimane infatti l’unica autobotte fino a prima in dotazione non c’è più, ripresa dalla Regione Lazio nell’ambito di una sorta di cortocircuito istituzionale che dalla protezione civile addebitano principalmente a mancanze dell’amministrazione locale.
“Il mezzo antincendio Fresia è stato tolto alla nostra isola per essere riassegnato ad un altro comune”, ha spiegato a riguardo il portavoce di Fratelli d’Italia, Danilo D’Amico. “La motivazione è che la neonata associazione, costituita il 9 settembre, non è ancora iscritta negli elenchi territoriali di protezione civile della Regione Lazio. La domanda è stata presentata fin da subito ma, dalla Regione, fanno sapere che l’attesa segue il ‘normale iter burocratico’”.

Ed ecco quindi i volontari raccolti nell’associazione “Isole Ponziane” di fatto appiedati, e costretti chissà fino a quando ad affrontare i roghi con mezzi di fortuna. Come del resto fatto nel corso dell’ultimo incendio, sviluppatosi poco prima delle 5 di venerdì, attecchendo nella pineta in località Le Forna: gli operatori hanno dovuto placare le fiamme a mano, e con tubi dell’acqua allungati per decine di metri dalle abitazioni nei pressi del fronte del fuoco. Facendo ricorso, tra una fase e l’altra delle operazioni di spegnimento, anche alle proprie auto private.

Un intervento in cui gli uomini al lavoro hanno peraltro rischiato la vita: l’incendio si era sviluppato da un cavo dell’alta tensione improvvisamente spezzatosi e caduto in terra. Pericolo mortale di cui i presenti si sono resi conto solo in un secondo momento.