Maxi evasione di accise sui prodotti petroliferi per circa 10 milioni di euro

Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma, coordinati dalla Procura della Repubblica capitolina, stanno procedendo al sequestro preventivo dei sistemi di misurazione di prodotti petroliferi installati presso numerosi depositi e raffinerie di ENI S.p.a., situati in 13 Regioni, in esecuzione di un decreto emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Roma.

Le indagini del Nucleo di Polizia Tributaria di Roma, che hanno valorizzato anche le parallele e convergenti attività investigative affidate dalle Procure di Prato e Frosinone ai Reparti del Corpo di Firenze e Frosinone, hanno riguardato condotte illecite commesse, in particolare, nella delicata fase dell’estrazione dai depositi fiscali di GPL, gasolio e benzina, momento in cui sorge il debito d’imposta.


Attraverso l’esame della documentazione e dei supporti informatici acquisiti in sede di perquisizione, i controlli su strada della movimentazione dei carburanti e le consulenze tecniche disposte dall’Autorità Giudiziaria, è stata accertata la sottrazione al pagamento delle accise gravanti su quasi 40 milioni di litri di prodotti, con conseguente evasione di circa 10 milioni di euro di tributi.

Gli investigatori hanno scoperto che la frode veniva realizzata mediante la manomissione degli strumenti di misurazione (“testate”) e dei sigilli apposti sugli stessi dall’ Amministrazione finanziaria a tutela della loro immodificabilità, l’arbitraria modifica delle variabili di volume, temperatura e densità dei carburanti e l’alterazione informatica delle “testate”, anche “da remoto”.

Ciò ha comportato la commercializzazione di quantitativi di carburanti superiori a quelli realmente   estratti   dai   depositi   e   risultanti   dalla   documentazione   contabile,   con   la conseguente immissione in consumo di prodotti in evasione d’imposta.

Il provvedimento di sequestro è finalizzato a impedire l’uso di sistemi di misurazione alterati o alterabili, inidonei a garantire la necessaria affidabilità ai fini fiscali. Sono 18 le persone a vario titolo indagate – direttori, responsabili operativi e dipendenti di depositi e raffinerie, nonché funzionari di uffici metrici – cui sono state contestate violazioni del testo unico delle disposizioni legislative concernenti le imposte sulla produzione e sui consumi (sottrazione di prodotto al pagamento dell’imposta, alterazione di misuratori e sigilli) e del codice penale (uso di strumenti di misura alterati, predisposizione di falsi verbali e attestazioni, abuso d’ufficio).