Arrestato mentre tentava di fuggire in Bolivia: l’ex terrorista pontino torna caso internazionale

Mercoledì, proprio quando le acque per l’estradizione in Italia si stavano facendo nuovamente agitate, Cesare Battisti è stato fermato dalla polizia brasiliana mentre cercava di attraversare la frontiera per fuggire verso la Bolivia. E l’ex terrorista rosso pontino è tornato ad essere un caso internazionale.

Nato a Cisterna e cresciuto a Sermoneta, Battisti risiede in Brasile dal 2007, da dopo la sua fuga dalla Francia, braccato dalle autorità italiane. Nel 2010 riuscì ad ottenere lo status di rifugiato politico dall’ormai ex presidente Luiz Inacio Lula, “certificazione” poi cancellata da Dilma Rousseff, che lo aveva succeduto, pur continuando nel no all’estradizione verso l’Italia. Diventato durante il lungo periodo trascorso in terra transalpina scrittore di noir, Battisti attualmente vive a Rio Preto, nei pressi di San Paolo. Sposato legalmente con una cittadina brasiliana, da cui nel frattempo ha avuto una figlia. Ma per la giustizia del Belpaese continua a restare un latitante: deve scontare l’ergastolo. Un passato nei Pac, i Proletari Armati per il Comunismo, è stato condannato in contumacia per quattro omicidi avvenuti, di cui due in concorso, riguardo ai quali continua ancora oggi a professarsi innocente.


A margine dell’arresto di ieri, l’ex premier Matteo Renzi, che durante il proprio mandato aveva premuto in più occasioni per l’estradizione, ha puntualizzato: “Cesare Battisti è stato condannato in via definitiva per aver ucciso alcune persone durante gli anni di piombo: un terrorista, un criminale. E’ stato arrestato mentre cercava di fuggire dal Brasile verso la Bolivia. Più di un anno fa nel mio primo incontro con il Presidente Temer, ho posto ufficialmente la questione a nome del Governo Italiano. Oggi come cittadino e come segretario del Partito Democratico chiedo a tutti di far sentire la nostra voce: non c’è alcun asilo politico possibile per Battisti. Lo hanno arrestato, lo consegnino all’Italia, paghi in carcere per ciò che è fatto. Questa, semplicemente, si chiama giustizia”.

Di tutt’altra idea gli avvocati di Battisti: hanno prontamente presentato ricorso, chiedendo per il loro assistito un provvedimento urgente di scarcerazione. “Non ci sono i presupposti per l’arresto”, hanno dichiarato. “Non vediamo nessuna possibilità di accogliere la richiesta di estradizione”.