Gay Pride a Latina, l’imprenditore sottolinea i suoi gusti sessuali con uno striscione. Arrivano i carabinieri

“Carabinieri a casa di un noto imprenditore di Latina. Quella che ha esposto fuori dal suo balcone è una nota frase conosciuta sin dai banchi di scuola. ‘W la F…’. L’imprenditore ha voluto provocare una reazione in merito al gay pride in svolgimento oggi a Latina”. La cronistoria dell’accaduto l’ha illustrata lo stesso – sconosciuto – protagonista via mail, a margine della visita dei militari dell’Arma per chiedere conto dello striscione che da qualche ora faceva bella mostra presso la sua abitazione.

Una voglia di gridare liberamente al mondo – o quantomeno al suo quartiere – le proprie tendenze giunta giusto in concomitanza col Latina Pride, andato in scena sabato nell’ex Littoria, in viale Italia. La comunità Lgbt (ovvero lesbiche, gay, bisessuali e trans) a far sentire la propria presenza attraverso una colorata manifestazione con testimonianze, eventi e musica, il residente della principale città di fondazione bisognoso di perorare il proprio credo nell'”homo virilis” con una delle frasi più gettonate dal secondo dopoguerra ad oggi. Nessuna concessione alla poesia, certo, ma l’importante è il messaggio. Probabilmente l’avrà pensato anche l’interessato. Per un “auto-promozione” di genere dal retrogusto goliardico che però non dev’essere piaciuta a qualcuno. Come appunto testimoniano la venuta dei carabinieri e la successiva rimozione del messaggio-omaggio, comparso in via Silvio Pellico, fronte parco Mussolini.


Non sono un omofobo ho voluto solo riaffermare i miei gusti sessuali“, ha scritto l’autore della provocazione. “Comprendo la frase di impatto forte, ma a quale impatto stiamo andando incontro noi stasera? Posso essere anche io libero di esprimere i miei gusti sessuali? Niente è banale, la mia azione provocatoria è per sottolineare il fatto che viviamo in un mondo ricco di ipocrisie. Che differenza c’è fra un gay e un etero? Nessuna! Perché dobbiamo creare minoranze? I gusti sessuali fanno parte di una sfera personale. Perché farne una manifestazione? Il sistema politico, sociale e culturale oggi è provocatorio, e induce all’omofobia. Io non ci sto e per una parità di ‘genere’ ho voluto dire la mia.  Purtroppo è durata poco la mia libertà, mi hanno costretto con le buone maniere a togliere il mio manifesto. In un paese che si definisce libero mi è sembrato tutto così strano…”.