Usura, annullata la condanna per un commerciante

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Condanna annullata. La Corte d’Appello di Roma dovrà tornare a pronunciarsi sul commerciante Antonio Patalano, 52 anni, di Gaeta, imputato per usura.

Patalano, commerciante ittico e venditore d’auto, venne denunciato undici anni fa da un marinaio di Formia, il quale sostenne di aver ricevuto prestiti a tasso usurario. Il sostituto procuratore Raffaella Falcione aprì un’inchiesta, contestando 50 transazioni bancarie compiute tra il 2001 e il 2006. Il commerciante venne però assolto dal giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Tiziana Coccoluto, che ritenne le dichiarazioni della presunta vittima vaghe o poco utilizzabili, soprattutto in relazione all’entità dell’interesse praticato.


Il sostituto Falcione impugnò quella sentenza e la Corte d’Appello di Roma, valutando diversamente gli atti su cui si era pronunciato il giudice Coccoluto, il 28 novembre 2014 condannò l’imputato a un anno e mezzo di reclusione, con sospensione condizionale della pena, 4.200 euro di multa, e al risarcimento, in separata sede, alla parte civile.

Il difensore di Patalano, l’avvocato Vincenzo Macari, ha però fatto ricorso e il caso è finito anche alle sezioni unite della Corte di Cassazione. Il legale ha sostenuto che era necessario, per emettere una condanna a fronte di una sentenza assolutoria di primo grado, ascoltare la presunta vittima. Una tesi che ha convinto gli ermellini.

La Suprema Corte ha infatti ora annullato la sentenza di condanna per il commerciante, con rinvio a un’altra sezione della Corte d’Appello di Roma, che dovrà decidere dopo aver sentito appunto il marinaio. Dunque undici anni di battaglie giudiziarie e non è ancora finita.