Formia, l’amarezza e le perplessità di Sinistra italiana sulle scelte operate in Consiglio

“Il fine giustifica i mezzi? Sembrerebbe di sì. Almeno questo è stato il leitmotiv degli ultimi giorni a Formia, soprattutto di gran parte del gruppo consiliare PD e del Partito Democratico cittadino (a cui il Sindaco appartiene) che, sull’onda del paventato pericolo di un lungo commissariamento dell’amministrazione della città di Formia, anziché concentrarsi sull’eventuale recupero di quella parte della coalizione che, col voto negativo al bilancio di previsione 2017, ha determinato il possibile scioglimento anticipato del Consiglio comunale, hanno preferito, caparbiamente e tenacemente, attuare quell’allargamento della maggioranza a Forza Italia, da tempo agognato anche dalla stessa componente che ha innescato la crisi”.

Evidentemente amareggiato il gruppo Sinistra italiana di Formia che nel corso del Consiglio comunale utile all’approvazione del bilancio ha scelto di uscire dalla maggioranza si lascia andare ad alcune considerazioni.


“Risultato è stato che sul dichiarato ‘altare’ delle cose ancora da fare per la Città di Formia è stata definitivamente stravolta l’originaria coalizione (PD – SEL – Civica) al governo cittadino che, quand’anche composita, era comunque uscita dalle urne elettorali e confezionata una nuova sedicente “coalizione consiliare” (PD – Forza Italia e intera Civica). Si, anche l’intera Civica !

Ma, allora, ingenue domande: se il civico “figliol prodigo” è rientrato, che necessità c’era di allargare a FI? Ricomposti gli almeno 13 voti in Consiglio, perché non proseguire nelle condizioni ante 30 marzo? E, d’altro canto, se l’allargamento a FI era compiuto, con conseguente ampio margine di voti consiliari, che necessità c’era di andare a recuperare la così imputata “traditrice

Civica”?

Tutto studiato a tavolino da tempo? Non è da escludere.

Parte della Civica da tempo caldeggiava un allargamento a Forza Italia e al Pd o, almeno, a gran parte di esso, l’ipotesi non dispiaceva affatto e, allora, perché non provare?

Pietra d’inciampo al percorso, la presenza di SEL/SI in maggioranza, decisamente contraria a tale inaccettabile ipotesi. Come fare, allora, per liberare il percorso? Semplice.

Finta crisi da parte del civico consigliere per innescare il timore del lungo commissariamento, con la conseguente necessità di dover allargare la maggioranza. E a chi se non (ipotesi iniziale) a un singolo consigliere di opposizione? così da poter presentare l’allargamento, giammai come accordo politico, ma “solo” di natura consiliare, bastevole sia ad assicurare i 13 voti per approvare il bilancio sia per innescare ed acquisire, soprattutto, il dissenso di SEL/SI.

E allora, se SEL/SI non è stata, fin da subito e con determinazione, comunque disponibile a sostenere neppure questo accordo minimale con un singolo consigliere di opposizione, perché non procedere oltre e fare le cose in grande con un vero e proprio accordo tra le forze politiche, PD e Forza Italia? Ipotesi inevitabile e necessariamente da percorrere, perché senza i voti di SEL/SI e dell’irriducibile civico consigliere, già definitivamente uscito dalla maggioranza e già sedutosi nei banchi dell’opposizione, un singolo nuovo apporto non sarebbe bastato; ci voleva l’intero gruppo consiliare di FI.

E tant’è e tanto è stato fatto!

Il tutto condito dal colpo di scena finale che nella nuova spuria maggioranza, oltre all’intero gruppo consiliare di Forza Italia, ritroviamo anche l’irriducibile civico consigliere che ci ha ripensato e vi è repentinamente rientrato così come repentinamente ne era uscito.

SEL/SI esce, ovviamente, dalla maggioranza e Formia è definitivamente amministrata da una coalizione post/elettorale di centrodestra a tutto tondo (Forza Italia – Civica/con trascorsi già in coalizioni di tale segno – e PD, Renziano, Orlandiano ed Emiliano).

Tutto questo ‘solo’ per evitare il commissariamento e portare a compimento quanto predisposto nei 4 anni precedenti? Il dubbio che non sia questa la vera ed unica ragione è forte ed anche legittimo.

Senza l’apparente ed improvvisa ‘marcia indietro’ del civico consigliere e dei suoi civici autorevoli referenti, con un po’ di (… molta) fatica si sarebbe anche potuto far finta di crederci.

Alla luce degli accadimenti e del risultato finale, però, solo tale motivazione non regge, non regge proprio!

Quali, allora, le vere ragioni e i ‘progetti’, oggettivi e soggettivi, legati a tale apparentamento post/elettivo? Non è nostro costume fare ‘illazioni’ anche se qualche ipotesi, sui futuri percorsi politici del PD (Renziano – Orlandiano ed Emiliano) cittadino e dintorni, ci viene in mente.

Saranno, però, i fatti a dircelo”.