Sociale e welfare, Scinicariello: “I servizi ai bambini devono essere gratuiti”

Emiliano Scinicariello

“Occuparsi di sociale e di welfare vuol dire, ad esempio, tornare a rivolgersi in modo serio e concreto alle famiglie e ai bambini, e dunque ai servizi a loro destinati”.

Il candidato a sindaco di Gaeta Emiliano Scinicariello si sofferma sulle politiche del welfare e sugli obiettivi da perseguire.


” La mensa scolastica è stata affidata per anni ad un’azienda che non aveva un centro di cottura a Gaeta, ma a Fondi .
L’Asilo nido comunale, da sempre un fiore all’occhiello delle nostre amministrazioni, riaperto lo scorso settembre dopo la chiusura estiva senza aver affidato il servizio degli ausiliari. Con disagi “tamponati” solo dalle educatrici, davvero impagabili per professionalità e impegno.
Le strutture sportive all’interno di istituti scolastici inaugurate ma non concluse. Ne è l’esempio la tensostruttura della scuola “Principe Amedeo”, frettolosamente realizzata, il nastro tagliato e poi? Ci si è dimenticati di renderla agibile. Il risultato è che ad oggi la scuola non ha ancora la tensostruttura, ma non ha più nemmeno uno spazio aperto utilizzabile.

Occuparsi di welfare è cosa ben diversa: io penso che alcuni servizi destinati ai bambini debbano tornare ad essere assolutamente gratuitiIl mio primo impegno in tal senso sarà l’abolizione della retta dell’asilo nido comunale.

La graduatoria dei neonati che ne hanno accesso si compone attraverso requisiti che non sono reddituali, ma che riguardano i genitori, se lavorano entrambi o solo uno di essi, se lavorano a Gaeta o fuori, ecc. Stilata la graduatoria, che determina chi ha accesso al servizio, la retta viene pagata in base alla fascia ISEE. E la quota che rientra all’Ente Comunale dalle rette è irrisoria rispetto al costo complessivo del servizio.

Allo stesso modo sono convinto che la stessa mensa scolastica debba tornare ad essere gratuita, poiché anche in questo caso il servizio è quasi interamente pagato dal Comune, e solo una piccola percentuale di quel costo rientra dall’acquisto dei ‘buoni mensa’. Preferisco occuparmi della qualità di quei servizi ai bambini ed alle famiglie, piuttosto che incassare piccole quote, insignificanti rispetto al costo degli stessi. Gaeta può tornare ad essere un comune che, almeno per ciò che riguarda i bambini, non guardi agli indicatori di reddito. E magari, perché no, qualche giovane famiglia gaetana, che vive in comuni vicini per via di canoni d’affitto più bassi, potrebbe tornare a vivere qui, sapendo che l’eventuale maggior costo dell’affitto è ampiamente compensato dalla gratuità di quei servizi”.