Arma(nd)geddon Sperlonga: le intercettazioni che incastrano la cricca

Armando Cusani intervistato da Michele Marangon nel febbraio 2015

Già poche ore dopo gli arresti nell’ambito dell’inchiesta “Tiberio” era evidente che quell’indagine rappresentava qualcosa di più delle sole accuse per cui il sindaco di Sperlonga, Armando Cusani, e altri nove indagati erano stati colpiti da misure cautelari. Un caso che andava oltre l’ipotesi dell’associazione per delinquere finalizzata a inquinare appalti pubblici, in cui tra l’altro il primo cittadino non è coinvolto, e quelle di corruzione. Il procedimento è apparso subito come un atto d’accusa a un certo sistema di gestione del potere. E ora, dagli atti d’indagine, emerge proprio tale aspetto, la ricostruzione di una fitta rete di rapporti che va ben oltre la provincia di Latina, toccando gli intoccabili.

L'hotel Grotta di Tiberio
L’hotel Grotta di Tiberio

LA GENESI DELL’INCHIESTA – “Tiberio” è nata dalle indagini avviate nel 2015 dai carabinieri di Sperlonga sulle mancate demolizioni degli abusi edilizi nell’hotel “Grotta di Tiberio”, di proprietà di Armando Cusani, esponente di Forza Italia, ex presidente della Provincia di Latina e più volte sindaco di Sperlonga, e del suocero Aldo Erasmo Chinappi. Accertamenti che avevano portato i militari a denunciare lo stesso Cusani e gli ex sindaci Rocco Scalingi, poi deceduto, e Francescantonio Faiola, che attualmente si trova di nuovo alla guida del borgo marinaro come facente funzioni, oltre che i dirigenti comunali Massimo Pacini, Americo Iacovacci, e Isidoro Masi, alternatisi nella gestione dell’ufficio tecnico comunale.


Francescantonio Faiola attualmente sindaco f.f.
Francescantonio Faiola attualmente sindaco f.f.

Gli investigatori avevano riscontrato l’inerzia della pubblica amministrazione verso il ripristino dello stato dei luoghi nell’hotel e, nel gennaio dell’anno scorso, l’inchiesta era stata affidata dal sostituto procuratore Valerio De Luca ai carabinieri del Nucleo investigativo provinciale. Quest’ultimi hanno compiuto intercettazioni telefoniche e ambientali, servizi di osservazione, pedinamenti, attività informative e di acquisizione di documenti, culminate poi nei dieci arresti e in un procedimento che attualmente conta trenta indagati tra politici, funzionari pubblici e imprenditori.

 

A PAGINA 2 ‘LE PRIME INTERCETTAZIONI’

A PAGINA 3 ‘LE MANCATE DEMOLIZIONI’

A PAGINA 4 ‘IL POTERE DI ARMANDO’

A PAGINA 5 ‘LE RATE’

A PAGINA 6 ‘LA GANG DEGLI APPALTI’

A PAGINA 7 ‘OBIETTIVO PRIVERNO, LATINA E ROMA’

A PAGINA 8 – L’EX SINDACO DELOGU CHIARISCE LA SUA POSIZIONE