Fondi, intimidazione incendiaria alla “coop dei migranti”

Un momento della protesta di ottobre in via Zara

Una intimidazione incendiaria ai danni del responsabile de “La Ginestra”, la principale cooperativa ad occuparsi dell’accoglienza di richiedenti asilo nella Piana di Fondi.

Un episodio tinto di giallo che si sarebbe verificato intorno alle 20,15 di mercoledì in via Tito Speri, nel quartiere Campo Boario, dove di recente sono stati spostati i nuovi uffici amministrativi dell’onlus. Ad essere interessata, per fortuna senza particolari conseguenze, l’auto dell’uomo, un 33enne del posto. Era appena sceso dalla palazzina dove è stata collocata la sede distaccata della coop in compagnia di un’assistente, quando ha notato delle fiamme e un denso fumo sprigionarsi da uno dei copertoni posteriori del veicolo preso di mira, una Land Rover. Appena in tempo per spegnere con mezzi di fortuna il rogo, ancora modesto, e mettere in sicurezza tanto il fuoristrada – danneggiato in particolare al parafango – che altre auto parcheggiate proprio nei pressi.


Circostanze rese note ieri mattina alla Tenenza dei carabinieri, e che a breve porteranno alla formalizzazione di una denuncia contro ignoti. “Il possibile motivo dell’accaduto? Non lo so – ha detto il responsabile della cooperativa, ancora abbastanza scosso – ma credo sia comunque legato all’attività che portiamo avanti. Potrebbe essere stata tanto l’azione di qualche migrante destinatario di provvedimento di espulsione dalle nostre sedi, tanto qualche cittadino insofferente rispetto alla presenza dei richiedenti asilo”.

Presenza sempre più discussa negli ultimi tempi nella Piana, dove attualmente sono stanziati circa 370 richiedenti asilo, oltre 300 dei quali proprio sotto i tetti de “La Ginestra”. A decine, sul finire d’ottobre, protagonisti di una protesta-fiume per il mancato ottenimento del cosiddetto “pocket money”, una piccola diaria: solo l’ultima situazione di tensione a vedere in qualche modo protagonisti i migranti ospitati in città. Preceduta e succeduta da un fermo no dell’amministrazione e di parte della politica locale a nuovi arrivi, “niet” formalizzato anche in Prefettura, e da crescenti segni di insofferenza da parte dei residenti. Un fermento per adesso non necessariamente riconducibile alla presunta intimidazione incendiaria, ma che di certo potrebbe in qualche modo spiegarla, sebbene finora agli atti delle forze dell’ordine non risultino particolari minacce mirate verso la cooperativa o i suoi addetti.