Latina Garage Ruspi, Enrico Forte respinge le “subdole insinuazioni”

“In merito alla concessione del Garage Ruspi all’associazione Solidarte, ed a seguito degli articoli di stampa in cui si evince che il Comune riterrebbe le modalità di tale assegnazione comparabili a quanto concesso nell’aprile scorso per una iniziative elettorale, ritengo doverose alcune precisazioni. Per fare chiarezza e soprattutto far comprendere che si tratta di due iter completamente diversi”.

Enrico Forte
Enrico Forte

Lo dichiara in una nota il consigliere regionale e comunale del Pd, Enrico Forte.


“Chiamato in causa, vorrei precisare su quanto riferito dal Comune di Latina. Lo scorso 19  aprile, presso la struttura di Largo Giovanni XIII inutilizzata da anni, abbiamo organizzato una manifestazione elettorale. Il “Comune” nel  dire che abbiamo seguito lo stesso iter messo oggi in campo dall’associazione Solidarte commette una inesattezza.

La concessione è stata rilasciata dall’allora commissario straordinario Barbato, ed era relativa ad un solo giorno di utilizzo. In nessuno modo – ricorda Forte -, l’organizzazione ha gravato sulle casse pubbliche, poiché non solo abbiamo pagato, anticipatamente, il canone d’affitto stabilito dall’ente, ma abbiamo provveduto autonomamente ad effettuare la pulizia dello stabile che versava in severe condizioni di abbandono. Lo stesso dicasi per il contratto di fornitura straordinaria provvisoria per l’energia elettrica, intestata a mio nome e pagata al gestore. Infine – ricorda il Consigliere -, è stata stipulata anche una polizza fideiussoria (beneficiario il Comune) per responsabilità civile. Sollevando inoltre l’Ente da ogni responsabilità relativa a danni a cose e/o persone. Si tratta di documenti agli atti, inoppugnabili”.

Aggiunge Forte: “E’ alquanto singolare che invece di argomentare nel merito ad un’obiezione sollevata ad un’associazione, si facciano delle subdole insinuazioni circa le modalità di assegnazione dell’Ex Garage Ruspi in campagna elettorale. Se ci sono osservazioni da muovere lo si faccia in maniera chiara. La cultura del sospetto non può continuare ad essere alimentata: si diano risposte alla città, piuttosto che celarsi dietro anonime note a firma del “Comune” “.