Uccisa dalla collega alle Poste, azienda e sindacati sapevano della persecuzione

sperlonga tentato omicidio giugno 2016COSA SUCCESSE QUEL GIORNO. L’ufficio postale di Sperlonga affaccia proprio sulla piazza centrale, nel medesimo plesso del Comune, alle loro spalle si trovano il cinema, il belvedere e un parcheggio multipiano dove i dipendenti delle poste e degli altri luoghi di lavoro nei paraggi posteggiano la propria auto. Come Arianna Magistri e Anna Lucia Coviello. Purtroppo l’edificio è solo parzialmente videosorvegliato, perchè le telecamere interne sono notoriamente fuoriuso oramai da molto tempo. Le due donne, terminato il turno di lavoro poco dopo le 14 – in una complicata mattinata, come già tante ce ne erano state a causa dei pessimi rapporti tra di loro – si avviano al parcheggio. Quella mattina, infatti, litigano per l’intensità dell’aria condizionata all’interno degli uffici. La Magistri la vuole più forte, mentre la Coviello vorrebbe abbassarla. Ennesimo scontro. Una volta uscite dal luogo di lavoro e scesa una scalinata che da accesso alle spalle dell’edificio, ci si trova a scegliere, due passaggi per raggiungere l’unico piano accessibile dove ci sono le auto in sosta: dalla strada che sfila adiacente al Comune e al cinema, o da quello più strettamente pedonale, che dà accesso ad una rampa di scale dal belvedere fin dentro il piano parcheggi. Da quest’ultimo scende la Coviello, mentre la Magistri si avvia da quello stradale. Una a destra e una a sinistra per ritrovarsi all’interno.

I carabinieri all'interno del multipiano dove è avvenuta l'aggressione
I carabinieri all’interno del multipiano dove è avvenuta l’aggressione

Dopodichè sarà la magistratura che dovrà ricostruire quanto accaduto in quegli istanti lontani dagli occhi di tutti. Ma non dalle orecchie, perchè qualcuno sente gridare. Il primo ad arrivare sul posto è il neo sindaco Armando Cusani, che trova la Magistri vicino alla collega, mentre questa si trova riversa a terra alla fine della rampa di scale. Gli occhi sgranati ma non parla. Pochi istanti e accorrono altre persone, ma la Magistri afferma di non averle fatto niente, sale frettolosamente a bordo della sua auto e torna a casa. Tanto è vero che la Coviello viene trasportata come ignota all’ospedale di Latina, mentre il marito continua a cercarla nei luoghi abitualmente frequentati dalla donna dopo essere uscita dal lavoro: negozi e supermercati. Solo dopo qualche ora arriva l’inaspettata quanto drammatica telefonata che annuncia le gravissime condizioni di coma nelle quali si trova la donna. E nelle quali rimarrà per circa una settimana prima di spirare. La famiglia ha poi autorizzato l’espianto e la donazione degli organi che hanno salvato la vita ad altre cinque persone. Mentre da Poste Italiane non è arrivata nemmeno una lettera di cordoglio.


A PAGINA 8 “RITORNO IN CARCERE”