Uccisa dalla collega alle Poste, azienda e sindacati sapevano della persecuzione

“Omicidio volontario aggravato dai futili motivi e stalking. Queste le accuse verso la dipendente dell’ufficio postale di Sperlonga Arianna Magistri, 45enne di Formia, che secondo gli inquirenti ha ammazzato brutalmente la collega Anna Lucia Coviello, 62 anni, al culmine di una aggressione avvenuta il 14 giugno scorso. Ora, la 45enne ritenuta l’autrice dell’uccisione, dopo un iniziale e breve periodo di reclusione nel carcere di Rebibbia a Roma, e nonostante la gravità dei reati contestati, si trova ristretta agli arresti domiciliari. Nei giorni scorsi però la Procura ha chiesto nuovamente la misura cautelare del carcere. Ma nello sviluppo delle indagini che hanno seguito il decesso della vittima – arrivato dopo una settimana di agonia successiva all’aggressione all’interno del parcheggio multipiano attiguo all’ufficio postale dove le due lavoravano – per l’indagata è scattata anche la contestazione del reato di stalking. Vale a dire “una serie di comportamenti persecutori ripetuti e intrusivi, come minacce, pedinamenti, molestie, telefonate o attenzioni indesiderate, tenuti da una persona nei confronti della propria vittima”. Insomma un atteggiamento che per verificarsi deve protrarsi per un tempo apprezzabile. E allora l’omicidio non appare altro che il tragico epilogo di un’escalation di comportamenti vessatori culminati con l’aggressione mortale avvenuta quella tragica mattina, poche ore dopo una discussione, davanti al pubblico dell’ufficio di Sperlonga, dovuta all’intensità dell’aria condizionata accesa nell’ufficio stesso Comportamenti che sembra quasi logico considerare noti nel piccolo ambiente di lavoro dell’Ufficio di Sperlonga e che aprono a molte domande. Specie considerando l’ingombrante e forse influente presenza di quella che si profila come una dinastia sindacale – all’interno della Cisl – per la famiglia Magistri. E allora quale ruolo hanno avuto l’azienda Poste Italiane e i sindacati nella vicenda tra le due dipendenti? Perchè chi di competenza non ha agito prima come prescrive la legge nei casi di incompatibilità sul posto di lavoro per evitare l’aggravarsi dei rapporti e il tragico epilogo? La morte di Anna Lucia Coviello si poteva evitare adottando i dovuti provvedimenti?

A PAGINA 2 “POSTE SAPEVA DEI DISSIDI TRA LE DUE DIPENDENTI”


A PAGINA 3 “TRA POSTE E SINDACATO, LA FAMIGLIA MAGISTRI SI DIVIDE: LE DONNE ALLO SPORTELLO E GLI UOMINI IN CISL”

A PAGINA 4 “L’ANOMALIA DI POSTE, IL CASO ALFANO”

A PAGINA 5 “SINDACALISTI E POLITICI, IL SISTEMA FUNZIONA COSI'”

A PAGINA 6 “ARIANNA MAGISTRI, COLPEVOLE O INNOCENTE”

A PAGINA 7 “COSA SUCCESSE QUEL GIORNO”

A PAGINA 8 “RITORNO IN CARCERE”