Camorra in tutta Italia, 57 arresti della Dda: 12 sono di Formia

Nelle prime ore della mattinata odierna, i Carabinieri della Compagnia di Mondragone hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare, tra le Province di Caserta, Napoli, Latina e Varese, Pavia e Roma, nei confronti di 51 indagati ( 39 in carcere, 5 agli arresti domiciliari e 7 divieti di accesso e di dimora nei comuni delle regioni Lazio e Campania), ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione, tentato omicidio in concorso, detenzione e porto illegale di armi da fuoco e ricettazione tutti aggravati dal metodo mafioso.

Camorra in tutta Italia, la Dda ne arresta 57 anche in Provincia di LatinaLe indagini, volte ad arginare le attività illecite, prevalentemente estorsive, eseguite dal sodalizio criminale “Gagliardi, Fragnoli, Pagliuca“, operante nel territorio mondragonese, hanno avuto inizio nel Febbraio del 2014 ed hanno permesso di cristallizzare le condotte penalmente rilevanti realizzate dagli affiliati del citato clan camorristico soprattutto ai danni di imprenditori locali e di ditte edili impegnate nella realizzazione di lavori pubblici. L’attività investigativa ha, altresì, permesso di individuare un’ associazione dedita al traffico ed alla vendita di sostanze stupefacenti (cocaina, crack, hashish e marijuana) con a capo i promotori del clan e alle dipendenze i numerosi pusher delle “piazze di spaccio” dislocate lungo il litorale mondragonese, che vede coinvolti la quasi totalità degli odierni indagati.


Nello specifico, il G.I.P. del locale Tribunale, condividendo l’intero impianto accusatorio sostenuto da questo Ufficio nei confronti degli odierni destinatari del provvedimento cautelare, ha contestato oltre ai reati associativi, ben 15 episodi estorsivi (9 consumati, 6 tentati) alcuni dei quali perpetrati attraverso atti intimidatori eseguiti anche con l’uso di anni illegali. Inoltre nel corso delle indagini è stato possibile ricostruire due tentati omicidi. In particolare sono stati individuati i responsabili del tentato omicidio, realizzato nel febbraio del 2012, ai danni di Buonocore Antonio (anche lui destinatario dell’odierna misura cautelare), il quale aveva avviato un’attività di spaccio di sostanze stupefacenti senza, l’assenso del clan. Le risultanze investigative hanno consentito di accertare la responsabilità di tale delitto a carico di SBORDONE Alessandro e PAGLIUCA Achille.

Parimenti sono emersi gravi indizi di colpevolezza nei confronti di nove indagati per approvvigionamento, trasporto e occultamento di alcune armi utilizzate dal gruppo criminale, per la realizzazione degli atti intimidatori finalizzati ad affermare la forza. intimidatrice sul territorio mondragonese. A tal proposito, nel corso dell’indagine, carabinieri della Compagnia di Mondragone hanno, in totale, rinvenuto e sottoposto a sequestro 3 fucili da caccia  e 4 pistole con matricola abrasa (2 revolver cal. 38, una MAUSER cal. 7,65 ed una BERETTAcal. 9×21).

Emblematico, infine, il sequestro preventivo disposto dal G.I.P. di un immobile sito nel Comune di Mondragone nei confronti di uno degli associati, GAGLIARDI Raffaele, fittiziamente intestato ad una persona del posto, apparentemente lontana dalle dinamiche criminali. Contestualmente sono stati deferiti alcuni imprenditori che con la loro reticenza hanno ostacolo le attività di indagine finalizzate all’accertamento delle attività estorsive del “clan”.

L’indagine,  complessa ed articolata, è stata svolta con l’utilizzo di intercettazioni telefoniche ed ambientali nonché attraverso numerosi servizi di osservazione e pedinamento svolti dai Carabinieri di Mondragone, i cui elementi di prova emersi, corroborati dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, hanno permesso di fotografare le diversificate attività poste in essere dal gruppo criminale organizzato operante nel Comune di Mondragone, colpendo le famiglie camorristiche che si sono susseguite negli anni nel controllo del territorio fino all’aprile 2015.

L’indagine è stata diretta dal procuratore capo Giovanni Colangelo, procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli e coordinata da Antonio D’Amato (ora procuratore aggiunto di Santa Maria Capua Vetere) nonché dai sostituti Alessandro D’Alessio e Maria Laura Lalia Morra.

 

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