Omicidio Zuena a Fondi, arrestato il nipote della vittima

Aggiornamento ore 12.42 – Nelle prime ore di questa mattina la Squadra Mobile di Latina, unitamente a personale del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Fondi, delegati alle indagini dalla Procura di Latina, coadiuvata in loco per il rintraccio da personale della Squadra Mobile di Napoli, hanno individuato il luogo di rifugio e fermato Antonio Fragione, gravemente indiziato di essere l’autore materiale dell’uccisione di Vincenzo Zuena, a cui era legato da un lontano grado di parentela, in quanto il de cuius cugino del padre dell’autore.


Un momento della conferenza stampa a Latina questa mattina
Un momento della conferenza stampa a Latina questa mattina

Trentaquattro anni appena compiuti due giorni prima della commissione del delitto, Fragione è accusato di omicidio a scopo di rapina pluriaggravato da premeditazione, futili motivi e uso di armi. Al momento del blitz delle forze dell’ordine, non ha avuto il tempo di opporre resistenza né di fuggire ed è stato bloccato nei pressi del Mc Donald della Stazione.

Il Fragione è stato individuato nelle prime ore di questa mattinata a Napoli in Piazza Garibaldi, dove si era rifugiato sin dai giorni precedenti il delitto, in quanto in qualità di assuntore di stupefacenti aveva ivi stabilito i suoi contatti privilegiati, condividendo ambienti borderline gravitanti presso la Stazione Centrale di Napoli.

FONDI-Ricostruendo le fasi salienti dell’indagine serrate e costantemente coordinate dal pubblico ministero titolare del fascicolo Cristina Pigozzo, la Squadra Mobile e i colleghi della Polizia Giudiziaria del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Fondi hanno da subito individuato la possibile pista in ambienti familiari e para familiari, comunque, vista l’abitudine della vittima di non aprire a sconosciuti e l’assenza di segni di effrazione all’ingresso, di qualcuno che era ben noto allo Zuena.

Sin dalle primissime acquisizioni è emersa la figura del Fragione, tossicodipendente allontanatosi da casa dai primi di marzo, il quale aveva un piccolo debito con lo Zuena non onorato e conosceva le abitudini del coniugi anziani, anche per essere lontamentente imparentato.

Il predetto poteva aver maturato l’intenzione di rapinare gli anziani che sapeva disporre di danaro contante in casa, ed effettivamente, il killer, portatosi poi a quell’indirizzo asportava qualche centinaio di euro reperiti subito dopo la brutale aggressione compiuta con circa 30 coltellate per lo più assestate alle spalle.

Il Fragione, che risultava allontanatosi da casa, in virtù di una nota di rintraccio voluta dai familiari che non sapevano dove fosse già da qualche giorno, era stato controllato a Napoli con altri tossicodipendenti in piazza Garibaldi e quindi, vi erano elementi utili per ritenere possibile che da lì lui non si muovesse, forse anche nell’occasione di questo delitto.

Questa intuizione investigativa trovava conforto nelle risultanze investigative immediatamente raccolte poiché incrociando alcune dichiarazioni testimoniali di vicini di casa, che dicevano di aver visto negli orari compatibili con il delitto, ovvero tra le 17 e le 18 del 14 marzo, un’auto con la scritta taxi, con le immagini immediatamente estrapolate nei pressi di casa della vittima e quelle presso la Stazione di Formia, si aveva contezza che effettivamente un taxi da Formia, intorno alle 16, si era mosso per dirigersi in via Madonna delle Grazie a Fondi.

Rintracciato quindi il proprietario del taxi, questi forniva utili e circostanziate descrizioni di orari e della persona accompagnata fino all’indirizzo della vittima in orari perfettamente compatibili con quello dell’omicidio, benché non riconoscesse con assoluta certezza il Frangione che, viceversa, dalle nitide immagini acquisite veniva riconosciuto senza ombra di dubbio da alcuni dipendenti del Commissariato procedente.
Alla luce degli elementi acquisiti dei riscontri intanto aggiunti dalle intercettazioni effettuate si aveva la pressoché assoluta certezza che il Frangione si fosse di nuovo rifugiato a Napoli nella zona di Piazza Garibaldi, per cui emesso il Fermo di Pubblica Sicurezza, con l’ausilio della Squadra Mobile di Napoli, si poneva al rintraccio del prevenuto, che effettivamente veniva individuato e bloccato alle ore 7 del mattino.