Fondi, delitto Cerro: condanne per oltre vent’anni in Corte d’assise

Quattordici anni di reclusione per il 44enne marocchino Achour Taleb, ritenuto responsabile di concorso in omicidio volontario e rapina aggravata, sette a carico del 58enne fondano Salvatore Guglietta, accusato della sola rapina aggravata.

Queste, dopo circa tre ore di camera di consiglio, le decisioni della Corte d’assise di Latina per i due imputati del delitto di Silvana Cerro, l’allora 56enne originaria di Pontecorvo uccisa nella propria abitazione di Fondi la sera del 20 novembre 2013. Un fatto di sangue avvenuto all’interno di una palazzina di via Pascoli, nel corso di una rapina degenerata che vide tra l’altro finire in ospedale Concetta Lauretti, l’anziana madre di Guglietta, padrona dello stabile e lì residente. A margine dei fatti, la Cerro venne rinvenuta cadavere dalla figlia minorenne, appena tornata in casa. Era riversa in terra, con una federa e del nastro adesivo da elettricista sul viso. Secondo l’autopsia, morta per “asfissia dovuta ad insufficienza respiratoria acuta”. Soffocata dal bavaglio impostogli dai protagonisti dell’irruzione per evitare che gridasse. Ovvero, secondo le indagini e da ieri anche per la Corte d’assise, da Taleb e da un altro uomo mai identificato, facilitati in questo dalla complicità, nata per la rapina nella palazzina, di Guglietta.


Nell’udienza che ha decretato la sentenza a carico del marocchino e del fondano, davanti il presidente Pierfrancesco De Angelis, a latere Raffaella De Pasquale, il pubblico ministero Gregorio Capasso aveva chiesto pene per trentasei anni complessivi: ventiquattro per Taleb, difeso dall’avvocato Guglielmo Raso e dal 2013 ristretto nel carcere di Velletri; dodici per Guglietta, difeso da Maurizio Forte e dall’arresto associato alla casa circondariale di Civitavecchia. Richieste eccessive soprattutto per il difensore dello straniero, che sia durante il dibattimento che al momento delle repliche ha insistito nel ritenere che l’omicidio della Cerro, per modalità, fosse da configurarsi come preterintenzionale, anziché volontario. Assunto di parte che non ha trovato riscontri nella sentenza dei giudici, che nel deliberare hanno ad ogni modo mitigato sensibilmente le richieste dell’accusa. Quattordici anni per Taleb, sette per Guglietta, come anticipato in apertura.

In attesa delle motivazioni, previste entro novanta giorni, i difensori dei due hanno preannunciato un pronto ricorso in Corte d’appello.