Da Fazzone a Moscardelli, nel mirino di Crozza: “Renzi li faccia dimettere, altro che Marino”

Dopo il Claudio di Fondi, capo indiscusso del centrodestra di Forza Italia in Provincia di Latina, Fazzone, è toccato, dopo quasi esattamente due anni, al suo omologo e omonimo Claudio del Pd, Moscardelli, che della politica di centrosinistra non è capo solo nella sua Latina ma è arrivato a condizionare gli equilibri del partito e di intere amministrazioni fino a Formia e non solo. Due capi indiscussi, insomma, che peraltro oltre al nome, in comune hanno anche la partecipazione nella commissione parlamentare antimafia. E proprio su questo aspetto si era soffermato il famoso comico Maurizio Crozza quando qualche mese fa dallo spazio della sua celebre trasmissione televisiva in onda su La7 “Il Paese delle meraviglie”, aveva ricordato lo strano caso di Fazzone che, pur sedendo in commissione antimafia, era dapprima stato l’autista di Nicola Mancino, sul quale dalla commissione doveva indagare, per i fatti accaduti ai tempi della trattativa Stato-Mafia e poi si era opposto allo scioglimento del Comune di Fondi dopo le pesanti infiltrazioni della Ndrangheta che l’anno scorso la Cassazione ha confermato. Ricordiamo anche le beghe giudiziarie per Fazzone: la sentenza per abusivismo edilizio e l’indagine per abuso di ufficio per una storia di raccomandazioni all’asl. Insomma un paradosso tutto italiano che Crozza settimanalmente racconta.

Minuto 24:11


E nell’ultima puntata di ieri è stata la volta di Moscardelli. Crozza dopo aver introdotto l’argomento Marino, ha poi sottolineato la furbizia del presidente del Consiglio Renzi nello scaricare il sindaco di Roma, “nemmeno indagato”, mentre continua a farsi “supportare” in Parlamento da politici del Pd indagati o rinviati a giudizio. La lista di Crozza ne conta 15, tra i quali Moscardelli. Indagato nell’indagine della Procura di Rieti sulle Spese Pazze in Regione. Secondo la procura il gruppo Dem alla Pisana tra il 2010 e il 2012 avrebbe dilapidato 2 milioni e 600 mila euro in spese elettorali e pranzi, cene e perfino partite a caccia e sagre del tartufo.

Altra analogia con Fazzone, per Moscardelli, è l’abitudine ad opporsi. Nel 2014, nella giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari, vota contro l’autorizzazione ad utilizzare le intercettazioni telefoniche a carico del Senatore Antonio Azzollini, respingendo la relazione del senatore Felice Casson (del suo stesso partito, PD). Azzollini era indagato per una maxi truffa da 150 milioni di euro legata all’opera di costruzione del porto di Molfetta, appaltata nel 2007 e mai terminata.

Nella seduta n.59 del 4 febbraio 2015 vota contro l’autorizzazione a procedere per istigazione al razzismo nei confronti del Sen. Roberto Calderoli che aveva paragonato ad un orango il Ministro Cecile Kienge.

Minuto 3:55