Caponnetto fuori dall’osservatorio comunale, Di Cesare: “Pensano di fare antimafia controllando carte interne”

“Se a Formia pensano di fare Antimafia controllando se vanno bene le carte del Comune, per noi questa non è antimafia”. Con queste parole Elvio Di Cesare, presidente dell’associazione Caponnetto, è tornato sulla decisione di lasciare l’osservatorio comunale contro la criminalità di Formia perchè trattasi di uno strumento “che si limita a controllare – ha precisato – il flusso di documenti interni”. Non solo quindi la disapprovazione espressa inizialmente alla nascita dell’osservatorio, che dall’associazione espressero circa la mancanza di componenti di procura, prefettura, questura e delle forze dell’ordine, ma ora la presa di coscienza di un’attività troppo debole e circostanziata rispetto alla violenta infiltrazione criminale sul territorio e al variegato panorama di personaggi e attività ambigue.

“Era troppo importante per noi – prosegue Di Cesare – l’osservatorio di Formia, proprio perchè a Formia e in questo comprensorio la situazione è esplosiva, peggio di quanto ci si aspettasse. E proprio per questo abbiamo lavorato per molto tempo alla sua costituzione fino a quando ci hanno accontentato. Un’esperienza unica nella Regione Lazio che, come tale, andava meglio strutturata e meglio utilizzata”. Infine un’ultima battuta l’ha riservata per Patrizia Menanno, delegata alla legalità e alla trasparenza del Comune di Formia, ed ex componente proprio dell’associazione Caponnetto di Di Cesare che ha definito la decisione dei suoi ex compagni di avventura come “politica”. Di Cesare ha replicato: “Siamo molto addolorati, perchè la delegata è una nostra vecchia iscritta e onestamente se ne viene con polemiche pretestuose, mentre sa molto bene come agiamo e operiamo”