Sabato 27 giugno, alle ore 19, presso il Circolo Nuoto Formia Mediterranea (Via Appia lato Itri , XXV Ponti,Formia), in occasione del centenario di Pietro Ingrao, sarà presentata la seconda edizione di «Masse e potere. Crisi e terza via», un volume che raccoglie due dei più noti libri degli anni settanta di Ingrao, con una introduzione di Guido Liguori. Insieme a Liguori, ne discuteranno Sandro Bartolomeo, Sindaco di Formia, e Giuseppe Cantarano, Filosofo e scrittore. L’evento è realizzato in collaborazione con la Libreria Mondadori “Tuttilibri” e patrocinato dal Comune di Formia.
Dalla Introduzione di Guido Liguori a P. Ingrao, «Masse e potere. Crisi e terza via» (Editori Riuniti, 2015, pp. 354, euro 23,50):
“Masse e potere e Crisi e terza via appartengono a un tempo che per molti aspetti oggi appare lontano. Eppure questi libri sono ancora ricchi di insegnamenti, perché in primo luogo fotografano, sia pure in una temperie storica tanto diversa, la crisi della democrazia rappresentativa, che oggi si è ulteriormente accentuata”;
“Democrazia di base e democrazia rappresentativa sono complementari, Ingrao lo ribadisce in polemica con Bobbio e richiamando tutti i limiti della democrazia rappresentativa, se essa resta solo imperniata sul «cittadino astratto».Una visione utopica, sembrerebbe oggi. Ma, allora, una aspirazione e una ricerca di massa, quella della partecipazione politica e della democrazia di base – una esperienza che certo venne poi sconfitta, ma che riguardò per un decennio e più milioni di persone alla ricerca di una democrazia non solo formale o addirittura fittizia, e comunque non limitata al giorno delle elezioni. In questa ricerca di una democrazia diversa, più partecipata e diffusa, che nella storia del Pci del primo e anche del secondo dopoguerra aveva importanti precedenti, che non a caso Ingrao richiama e valorizza, egli fu certamente uno dei politici, dei dirigenti e dei teorici più impegnati e convinti”;
“Negli scritti di Masse e potere c’è la consapevolezza che la esaltazione della «spontaneità» (tanto diffusa in quegli anni) è una illusione perdente e che la carica innovativa deve attraversare le istituzioni non meno che la società; il riferimento a una necessaria riforma dello Stato, vista anche come «la principale riforma economica da realizzare». Lo Stato, per le forze che si battono per una sua profonda trasformazione, è luogo della lotta e insieme posta di questa lotta”;
“Hanno prevalso a partire dagli anni Ottanta, ma ancor più in Italia negli anni della cosiddetta «seconda repubblica», quelle posizioni politico-culturali lamentavano un «eccesso di democrazia» – espressione che di per sé presuppone una valutazione negativa della democrazia stessa – e la necessità di un maggiore accentramento del potere politico nell’esecutivo (risultato tenacemente perseguito nel nostro paese e realizzato con il concorso di tutti gli ultimi governi), a scapito del ruolo del Parlamento e ancor di più della reale partecipazione alla vita politica delle masse. Ingrao crede nella centralità del Parlamento, affiancato dagli organismi della democrazia di base, e invoca «più politica», una politica diffusa in tutto il corpo sociale. La sinistra prenderà invece una strada del tutto diversa, che avrà come tappe la fine del Pci e della idea stessa di un partito di massa, l’approdo al sistema elettorale maggioritario (quello duramente combattuto dai comunisti ai tempi della «legge truffa»), la personalizzazione della politica, l’accettazione del principio del rafforzamento dell’esecutivo”.
Guido Liguori è docente di Storia del pensiero politico contemporaneo presso l’Università della Calabria, presidente della International Gramsci Society Italia e caporedattore della rivista di cultura politica Critica marxista. Ha ideato e diretto con Fabio Frosini il Seminario della Igs Italia sui Quaderni del carcere. È autore tra l’altro dei seguenti libri: Gramsci. Guida alla lettura (con Chiara Meta, 2005); Sentieri gramsciani (2006, vincitore del Premio Sormani, tradotto in Brasile); La morte del Pci (2009, pubblicato anche in Francia). Ha curato nel 2009 con Pasquale Voza il Dizionario gramsciano 1926-1937, contenente oltre 600 voci scritte da 60 specialisti di diversi paesi.
Giuseppe Cantarano, Insegna Storia della filosofia all’Università della Calabria. Segretario nazionale del Centro per la filosofia italiana, è autore di diversi volumi, tra cui Immagini del nulla. La filosofia italiana contemporanea (Mondadori 1998), L’antipolitica.Viaggio nell’Italia del disincanto (Donzelli 2000), La comunità impolitica (Città Aperta 2003). Di recente ha pubblicato Le lacrime dei filosofi. L’idea di salvezza in Occidente (Marietti 2011), I giorni della vita (Ed San Raffaele 2011).
Al termine, degustazioni a cura della Cantina Sant’Andrea Azienda Agricola, Borgo Vodice