Stupro all’Acciarella, assolti i tre tunisini: 9 mesi in carcere da innocenti

Il Tribunale di Latina

Tutti assolti gli imputati per lo stupro di gruppo all’Acciarella del maggio scorso, nelle campagne tra Latina e Nettuno. Nel corso del processo è emerso che i tre tunisini arrestati dalla Polizia erano estranei alla vicenda, non essendo assolutamente compatibile il loro Dna con quello delle tracce trovate sul corpo della donna vittima di ripetuti abusi sessuali, e che altri due stranieri, individuati subito dopo i fatti, erano stati rilasciati senza prelevare loro campioni biologici. Una 43enne di Nettuno è stata violentata in un casolare, costretta a pratiche umilianti, ma quella vicenda sembra destinata a restare senza colpevoli. E lo Stato rischia anche di dover pagare un pesante risarcimento a Mansour Khardani, Lassad e Faouzi Aouichaoui, di 31, 34 e 38 anni, essendo stati tenuti nove mesi in carcere da innocenti.

La 43 enne denunciò di aver trovato riparo, dopo essersi allontanata da casa, nel casolare di campagna, di aver cenato insieme ad alcuni stranieri e di essere stata poi stuprata. La Polizia arrestò i tre ma, tanto durante le indagini quanto nel corso del processo, le accuse a carico dei tunisini hanno iniziato subito a vacillare. Il custode del casolare dell’Acciarella aveva indicato altri due soggetti come autori delle violenze, i quali erano stati identificati in via Avezzano, ma non erano stati sottoposti all’esame del Dna. Per il Tribunale non si può quindi “escludere, allo stato, un coinvolgimento dei medesimi nella violenza perpetrata”. A chiedere l’assoluzione dei tre, disposta dai giudici Pierfrancesco De Angelis, Luigi Varrecchione e Fabio Velardi, è stato infine lo stesso pm. E l’avvocato Alessandro Farau si prepara ora a chiedere alla Corte d’Appello di Roma il risarcimento per l’ingiusta detenzione subita dagli stranieri.